Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Gli skinhead di Gavin Watson in mostra a Milano
Da giovedì 21 marzo allo Spazio Maiocchi, in una mostra organizzata da Umbro e Slam Jam.
La canzone è un inno per gli skinhead di tutto il mondo: «If the kids are united / they will never be divided», dice il ritornello cantato dagli Sham 69 nel 1979. Loro sono una band seminale del punk/oi!, il genere musicale nato dopo che un certo punk, nel 1977, diventò mainstream e commerciale, per rimanere fedele alle radici più working class. I “kids” in questione sono gli skinhead, e il pezzo è un’esortazione a non farsi dividere dalle pressioni della società e della politica. “When The Kids Were United” è invece il titolo della mostra curata dal fotografo Gavin Watson sulla scena skinhead e punk di Londra negli anni Ottanta: anni pieni di sogni, rabbia, musica, gioventù. Organizzata da Umbro e Slam Jam, inaugura il 21 marzo allo Spazio Maiocchi di Milano, in via Maiocchi.



Gavin Watson, classe 1965, è uno di quei fotografi che si possono definire “di un’epoca”. Nato a Londra ma cresciuto in un complesso residenziale di High Wycombe, a una trentina di chilometri dalla capitale, ha iniziato a fotografare da adolescente quella che era la sua “scena”. Watson ha abbandonato la scuola a 16 anni, si è ri-trasferito a Londra e ha lavorato come assistente in camera oscura per un’agenzia di stampa. E scattava, scattava: i suoi amici punk e skinhead, suo fratello Neville, le sottoculture che, negli anni Ottanta, hanno reso l’Inghilterra uno dei terreni culturali e musicali più fertili d’Europa. Non ci sono solo skin e punk, negli scatti di Watson: si è sempre interessato però alle fasce più marginali dell’Inghilterra di quei decenni, incontrando di frequente appartenenti alle sottoculture che in quei mondi fiorivano e crescevano. E quindi anche mod, raver, hooligan, e poi ragazzi, ragazze e anche bambini. Sono immagini che testimoniano di un mondo duro, ma ricco di tenerezza e umorismo.
Anche stavolta c'è lui in cima alla classifica mondiale di Spotify, degna chiusura di un 2025 in cui ha realizzato uno dei dischi più apprezzati, messo la sua Porto Rico al centro del mondo della musica e, soprattutto, fatto imbestialire la destra americana.