Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.
L’imprenditore che ha dato fuoco a un’opera di Frida Kahlo potrebbe essere indagato per crimini contro l’eredità culturale del Messico
Prendere un’opera di Frida Kahlo e dargli fuoco durante una festa, in giardino, davanti agli ospiti, con l’unico obiettivo di intrattenerli non sembra una grandissima idea. Eppure all’inizio del 2022, l’imprenditore Martin Mobarak l’ha fatto: ha preso quella che dovrebbe essere l’originale “Fantasmones Siniestros” di Kahlo (una pagina del diario dell’artista dal valore di 10 milioni di dollari), l’ha posizionata sopra a un bicchiere da Martini con ghiaccio e mentre una band forniva la colonna sonora e i suoi ospiti erano disposti intorno alla piscina, ha bruciato l’opera d’arte e pubblicato anche il video su You Tube così che tutto il mondo lo potesse vedere, con il nome “Frida Kahlo: The Life of an Icon”.
Il gesto non è passato inosservato e se l’opera risultasse autentica, Mobarak potrebbe essere indagato per crimini federali dalla più importante autorità culturale del Messico, l’Istituto nazionale di belle arti e letteratura. Infatti, come spiega l’organizzazione: «In Messico, la distruzione deliberata di un monumento artistico costituisce un reato ai sensi della legge federale sui monumenti e sulle zone archeologiche, artistiche e storiche».
Come rivela Dazed, l’imprenditore ha cercato di dare una spiegazione al suo gesto dicendo che innanzitutto non «voleva offendere nessuno» e poi che secondo lui «la distruzione dell’opera d’arte di Frida Kahlo non è un crimine federale». Dice anche di non aver «distrutto» l’opera. Non perché non l’ha bruciata (visto che c’è un video a comprovarlo), ma perché sostiene che bruciandola l’ha «immortalata». Il suo obiettivo era quello di coniare diverse copie di Nft dell’opera che saranno messe in vendita a circa 36 milioni di sterline destinate poi a enti di beneficienza «cari e vicini» a Mobarak.
Le aspirazioni filantropiche dell’imprenditore non sono servite a spiegare la necessità di bruciare un’opera d’arte. A questo punto, Mobarak si è giustificato dicendo che il suo gesto, sarebbe stato compreso nientemeno che dalla stessa Frida Kahlo: «Io sono un fan del lavoro dell’artista, ma conosco il dolore che attraversato nella sua vita. Era una socialista, non le importava affatto dei soldi perché voleva solo aiutare gli altri. La stessa Frida avrebbe voluto farlo se avesse saputo che avrebbe prodotto un aiuto e un cambiamento radicale».

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.