Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
In Francia per la prima volta sarà consentito mangiare alla propria scrivania
Avendo scelto di non imporre un terzo lockdown come nella maggior parte dei Paesi europei, la Francia ha tentato di incrementare le regole anti Covid-19 nei luoghi di lavoro. Così, è stato appena annunciato dal ministero del Lavoro che sarà consentito ai dipendenti francesi di pranzare alle loro scrivanie per contenere la diffusione del Coronavirus, una pratica precedentemente vietata dall’articolo R.4428-19 del codice del lavoro francese di 3.324 pagine, come riporta il New York Times.
Fino a questo momento, infatti, alle aziende era vietato «consentire ai lavoratori di consumare i pasti in luoghi dedicati al lavoro», pena una multa se scoperta dagli ispettori del lavoro, mentre i dipendenti potevano andare incontro a un’azione disciplinare non specificata. Il divieto faceva parte dell’iper-regolamentazione dei diritti dei lavoratori racchiusa in un codice del lavoro che ha preso forma nel XX secolo «sulla base della premessa che ogni proprietario di un’impresa fosse uno spietato capitalista intenzionato a sfruttare i lavoratori», scrive il Nyt. Una portavoce del ministero del Lavoro ha affermato che nei prossimi giorni verrà reso pubblico un decreto che apre la strada a un altro drastico adeguamento dello stile di vita al fine di limitare l’esposizione dei dipendenti al Covid-19.
In realtà, il divieto ha molto a che fare con lo stile di vita francese (ed europeo) che dà molto valore al momento di sedersi a tavola, considerato una parte fondamentale della giornata e legato alla cultura sociale ed enogastronomica del Paese. Già dopo il primo lockdown, i francesi avevano dimostrato la loro insofferenza verso le imposizioni del governo, o meglio verso una gestione della pandemia considerata carente quando non disastrosa, “riappropriandosi” del rito dell’aperitivo che quando bar, hotel e ristoranti erano ancora chiusi era diventato itinerante. L’“apérue”, com’era stata ribattezzata la nuova abitudine di prendere alcolici da asporto e consumarli all’aperto nel rispetto del distanziamento sociale, era già un primo sconvolgimento di uno dei più classici rituali parigini, cui ora si aggiunge anche la pratica, considerata da molti mortificante, di pranzare alla scrivania dell’ufficio. Ma di questi tempi c’è poco da lamentarsi.

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