Attualità

Come nascono i favoriti

I giornalisti e le canzoni ascoltate in anteprima, chi è stato scelto come "favorito" e chi sarà escluso. Precedenti illustri e grandi sconfitti. E il televoto: come funziona e chi favorisce. Antipasto al Festival a poche ore dall'inizio.

di Francesco Caldarola

Dicono che Francesco Renga un po’ sia abituato ma, insomma, il fatto di partire con l’etichetta, qui considerata pesante come un macigno, di “favorito”, pare non lo metta così tanto di buonumore. Ad aiutarlo c’é forse il fatto di non essere di primo pelo e di aver già vinto una volta, e veramente. Eppure è così, sempre, ogni anno: mancano due settimane e, puntuali, arrivano i titoloni: “parte favorito”, “possibile vincitore”, “dato in testa”, con forse la gioia di qualche discografico che spera in qualche migliaio di copie in più, ma lo scorno dell’interessato, che minimizza, ed è tutto un “ma no”, “ma figurati”, “chi può dirlo”, “il pubblico è sovrano” e giù di scaramanzie varie.

Eppure tutto questo ha un’origine, quasi matematica, che solitamente – e non potrebbe essere altrimenti – risale alla giornata in cui la Rai convoca i critici dei giornali per far loro ascoltare la prima edizione dei brani. Messa così sembrerebbe facile, ma già solo l’ascolto è fonte di polemiche perché le modalità spesso non convincono tutti: quest’anno i brani – che, a differenza di molte altre edizioni, sono due a testa – sono stati fatti ascoltare il 20 gennaio nella sede della Rai di Milano alla presenza dei due direttori artistici Fabio Fazio e Mauro Pagani. Una novità degli ultimi anni, perché prima ogni casa discografica convocava i giornalisti per i propri artisti, mentre ora l’ascolto avviene in un unico posto e con tutti i brani (28 in totale) uno dietro l’altro.

Da questo primo ascolto – e dai pezzi che seguono nei giorni successivi sui media – si delineano già i primi verdetti: quest’anno, appunto, oltre a Renga vanno forte anche Noemi e Cristiano De André. Il principio, poi, è in sé abbastanza semplice: le notizie rimbalzano sui blog, sui siti, e dopo una settimana circa si comincia: “Renga favorito”. In realtà alcuni critici – ma non tutti – distinguono tra la possibilità di vittoria di un brano e il suo effettivo valore, ma tant’è.

Questo toto vincitore ha anche implicazioni economiche: basti pensare che ci sono scommesse ufficiali, come ad esempio quelle di Snai ed Eurobet. Renga è dato a 3,75 dalla prima e a 3,30 dalla seconda anche se le quote sono variabili. Per capire meglio è necessario conoscere il sistema di voto, in sé un po’ complesso. Semplificando si potrebbe dire così: che a decidere saranno principalmente, anche se in percentuali diverse, tre fattori: il televoto, la sala stampa e la giuria di qualità (che quest’anno è presieduta da Paolo Virzì). È chiaro che in questa dinamica il televoto valga molto (costa poco più di un euro) e che quindi a essere avvantaggiati siano gli artisti che hanno un pubblico avvezzo al mezzo (tradotto: quelli dei talent). Per questo motivo, «e per evitare altri vincitori alla Marco Carta e Valerio Scanu» fa notare un critico, cioè provenienti da un programma noto come Amici ma forse non proprio rappresentativo del pubblico del Festival, si è provveduto a compensare i voti da casa, considerati espressioni di grande democrazia, con giudizi più tecnici come quello dei giornalisti accreditati e come quello della giuria virziniana.

«Renga – spiegano i giornalisti veterani – può mettere insieme un po’ tutto: pubblico di ogni età, notorietà non solo tra i giovanissimi avendo già vinto (nel 2005 con “Angelo”), buona stima da parte della critica, vicinanza generazionale con alcuni dei giurati di qualità».

Noemi, invece, proviene da X-Factor, così come anche Giusy Ferreri, la cui vittoria al talent è però più lontana e quindi considerata un gradino sotto nella classifica dei favoriti, visto che il pubblico dei giovani televotanti è reputato di memoria e affezione abbastanza “breve”.

Il televoto comunque non è uno scherzo: nel 2010 alla Rai fu data una multa di 50 mila euro per aver disatteso alcune condizioni, con conseguenti ricorsi e diatribe giuridiche.

C’è infine un effetto anche psicologico; come sempre essere dati per favoriti non sempre giova: l’anno scorso a Malika Ayane e ai Modà veniva dato il trofeo in tasca ma poi furono battuti da Marco Mengoni (star di  X-Factor, dettaglio di non poco conto). E tutti si ricordano il secondo posto di Elio e Le Storie Tese con “La Terra dei Cachi” (battuto da chi? da Ron con “Vorrei incontrarti fra cent’anni”) per cui ci fu una mezza sollevazione popolare. Forse non spereranno i Perturbazione, dati in fondo alle classifiche degli scommettitori, ma di certo Renga è avvisato.

 

Nell’immagine, Mia Martini canta “Gli uomini non cambiano” a Sanremo 1992.