Hype ↓
13:58 venerdì 11 luglio 2025
La nuova stagione di Scrubs si farà e ci sarà anche la reunion del cast originale Se ne parlava da tempo ma ora è ufficiale: nuova stagione in produzione, con il ritorno del trio di protagonisti.
La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.
Trump si è complimentato con il Presidente della Liberia per il suo inglese, non sapendo che in Liberia l’inglese è la prima lingua Joseph Boakai, nonostante l'imbarazzo, si è limitato a spiegargli che sì, ha studiato l'inglese nella sua vita.
Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".

Dovremmo tutti guardare Favolacce

Il film dei fratelli D’Innocenzo sarebbe dovuto uscire nelle sale, ma dall’11 maggio è disponibile su diverse piattaforme.

12 Maggio 2020

Favolacce non è una replica di qualcosa, una rivisitazione, una rilettura di una qualsiasi idea – sia essa un film, una serie o un libro – che ha funzionato altrove e che si cerca di far funzionare anche qui. Favolacce non è nemmeno il cinema italiano che si adatta al cinema internazionale, che lo assorbe, lo rielabora e lo risputa, magari in modo formidabile (Lo chiamavano Jeeg Robot). Favolacce è grande cinema, e quindi cinema che va bene ovunque, internazionale, totalmente originale. Un film che non fa sentire nemmeno per un secondo periferico il cinema italiano, che potrebbe essere distribuito da A24, che si alleggerisce di qualsiasi zavorra perbenista e consolatoria a cui sembriamo destinati. Ed è una cosa rarissima, che capita con gli autori riconosciuti, per esempio nel 2018 con Dogman di Matteo Garrone e poche altre volte nell’ultimo decennio. Il merito di tutto questo è uno solo e va diviso per due, per Damiano e Fabio D’Innocenzo, i gemelli romani che hanno pensato, scritto e diretto il film (e che guarda caso avevano collaborato a Dogman).

Favolacce è un film insolito già dalla premessa: la voce fuori campo di Max Tortora ci racconta di aver trovato un diario di una bambina in mezzo all’immondizia, un diario che si interrompe improvvisamente ma a cui l’uomo della voce si era affezionato, e allora decide di continuarlo. E quindi «quanto segue è ispirato a una storia vera, la storia vera è ispirata a una storia falsa, la storia falsa non è molto ispirata», e si tratta di tre nuclei familiari con genitori e ragazzini preadolescenti nella periferia romana, ma non quella periferia che miseramente cade a pezzi che abbiamo già visto. Una periferia di villette nuove e Range Rover, piscinette gonfiabili e cene in giardino.

Il cinema è una questione di idee, non c’è altra cosa da cui dipenda. I D’Innocenzo sono pieni di idee, e una parte del prezzo che queste idee richiedono l’hanno già pagata: scrivono sceneggiature da un decennio, sono andati incontro a diverse rifiuti eppure non hanno smussato la loro idea di cinema. Non hanno ceduto alla tentazione di rassicurare, perché posseggono quello di cui più di tutto il cinema italiano difetta, e cioè la stima verso il pubblico, l’atto di fede di non dare soluzioni.

Il talento dei fratelli D’Innocenzo nella scrittura è stato certificato alla Berlinale 2020, dove hanno vinto l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura; quello registico – nel senso di capacità di creare immagini incisive, di saper posizionare la macchina da presa al posto giusto per far esplodere la scena di tutta la sua potenza intrinseca – si è palesato in Favolacce con una poderosità che dopo La terra dell’abbastanza era auspicabile ma nient’affatto scontata; il talento, infine, nella direzione degli attori (Elio Germano, Barbara Chichiarelli), nel saper cavare da ogni interprete quanto di meglio possibile, è addirittura disarmante, visto che ci sono molti personaggi, ragazzini e adulti, e non ce n’è nemmeno uno a cui non crediamo.

Nessuno dice che sono solo i film che ci mostrano lo schifo autentico della vita a doverci sembrare significativi, e però quelli che come Favolacce hanno tutte le ragioni per esserlo (significativi e tragici), trovano il loro compimento solo se lo sono davvero, senza concessioni. E quanto è raro riuscirci organicamente! Con la macchina da presa incollata ai personaggi che non gli risparmia niente, con una brutalità di messa in scena così perentoria nelle scenografie, nella scelta delle polo indossate, delle macchine guidate, del taglio di capelli, nella sessualità o nella violenza come le uniche fisicità possibili. Il risultato è un lamento disperato, il pianto di un neonato chiuso in macchina, e di due cose siamo di sicuri: che lo sentiamo forte e chiaro. Che non potremo fare niente per fermarlo. Che nessuno può farci niente, e anzi più vediamo qualcuno fare qualcosa più la soglia dell’inevitabile s’avvicina.

Favolacce doveva uscire nelle sale, e invece dall’11 maggio lo si può noleggiare a 7,90 euro su sette diverse piattaforme. Investire questa cifra, significa sostenere un cinema coraggioso e alto, ma significa soprattutto dire grazie a dei registi che una volta tanto non ci hanno trattato da scemi.

Articoli Suggeriti
La nuova stagione di Scrubs si farà e ci sarà anche la reunion del cast originale

Se ne parlava da tempo ma ora è ufficiale: nuova stagione in produzione, con il ritorno del trio di protagonisti.

C’era una volta Fofi

Una vita di viaggi, riviste, letture, stroncature, litigi, allievi. Ricordo di uno dei protagonisti della cultura italiana, morto oggi a 88 anni, scritto da un suo allievo più volte stroncato.

Leggi anche ↓
La nuova stagione di Scrubs si farà e ci sarà anche la reunion del cast originale

Se ne parlava da tempo ma ora è ufficiale: nuova stagione in produzione, con il ritorno del trio di protagonisti.

C’era una volta Fofi

Una vita di viaggi, riviste, letture, stroncature, litigi, allievi. Ricordo di uno dei protagonisti della cultura italiana, morto oggi a 88 anni, scritto da un suo allievo più volte stroncato.

A Giorgio Poi piace fare tutto da solo

Cantautore, polistrumentista, produttore, compositore di colonne sonore e molto altro. L’abbiamo intercettato, rilassatissimo, pochi giorni prima della partenza per il tour italiano ed europeo di Schegge, il suo nuovo disco, che lo terrà occupato tutta l’estate.

Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero

Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.

II nuovo Superman è la storia di un immigrato che ci fa paura

L'attesissimo reboot dell'Uomo d'acciaio diretto da James Gunn è appena arrivato nelle sale, sorprendendo tutti. Perché è un film solare, divertente, nerd ma soprattutto politico.

Al Festival di Locarno verrà presentato Mektoub, My Love: Parte Due di Abdellatif Kechiche, il film che nessuno ha mai voluto proiettare

È già il titolo più atteso del concorso, che andrà a completare una trilogia scandalosa e travagliatissima, e sicuramente scatenerà la polemica.