Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
I negozi americani barricano le vetrine in previsione di sommosse post elettorali
Mentre il mondo intero è con il fiato sospeso per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, c’è chi si prepara al peggio. Città come New York e Los Angeles stanno cambiando volto: da giorni i rivenditori stanno barricando le vetrine con pannelli di compensato in via precauzionale in previsione di possibili manifestazioni e disordini legati al risultato del voto.
A Manhattan le vetrine di Saks sulla quinta strada e l’iconico Macy’s in Herald Square, che hanno entusiasmato i turisti per decenni, sono state chiuse ieri mattina e lo scorso weekend squadre di operai hanno serrato le vetrine di American Eagle, Chanel, Fendi e Loewe. A SoHo, le vetrine dei brand di lusso sono nascoste da pannelli di compensato da giorni. Quello che il New York Times definisce un “mare di compensato” comprende anche quartieri più popolari come il Bronx e Brooklyn, riflettendo un clima di ansia nazionale che circonda la competizione elettorale.
È ancora vivido il ricordo dei vetri infranti, del fuoco e dei saccheggi di inizio estate, quando i moti di protesta per l’uccisione di George Floyd per mano della polizia portarono alla distruzione di numerosi negozi di lusso, tra cui Hermès, Marc Jacobs e Dior ad Atlanta, Chicago, Beverly Hills e Manhattan. In molte località, i pannelli di compensato sono già stati vandalizzati con graffiti e scritte di protesta, sono molte le aziende hanno programmato corsi di formazione per il personale in caso di assalto. Proprio a New York si temono scontri feroci, ieri il sindaco Bill de Blasio ha messo in guardia commercianti e polizia in previsione di atti di vandalismo, violenza o distruzione legati alle elezioni: «Siamo pronti a tutto», ha detto il primo cittadino in conferenza stampa.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.