Nonostante le ultime rivelazioni riguardanti gli Epstein Files, Karoline Leavitt continua a ripetere che «il Presidente non ha fatto nulla di male».
Nel ballottaggio delle elezioni presidenziali i cileni dovranno scegliere tra una candidata comunista e un nostalgico di Pinochet
Il prossimo Presidente del Cile sarà uno tra José Antonio Kast, candidato molto di destra del Partito repubblicano, e Jeannette Jara del Partido Comunista de Chile.
Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile ha sancito la vittoria dei due estremi dello spettro politico. I risultati del primo turno elettorale, infatti, hanno stabilito che il prossimo 14 dicembre si contenderanno la presidenza Jeannette Jara e José Antonio Kast. La candidata del Partido Comunista de Chile si giocherà il tutto per tutto contro il leader dell’estrema destra con legami diretti con la dittatura cilena di Pinochet, come riporta Reuters.
Dopo il primo turno, la distanza tra i due è pochissima: Jara ha ottenuto il 26,7 per cento dei voti, Kast il 24. Tutto però cambierà al secondo turno, quando gli elettori che hanno votato candidati con posizioni più moderate e centriste dovranno scegliere l’una o l’altro, Jara o Kast (oppure astenersi), anche tenendo conto degli endorsement che esprimeranno i loro partiti di riferimento. Stando ai primi sondaggi è Kast il favorito per la vittoria, grazie all’unione del fronte conservatore. Sommando i voti raccolti dal cosiddetto centro destra al primo turno, si arriva a ben il 70 per cento delle preferenze, come sottolinea il Guardian. Ma si sa che la scienza del ballottaggio non è una esatta e che raramente i risultati di un secondo turno elettorale ammontano alla semplice somma di quelli ottenuti nel primo.
Il risultato è ovviamente incerto, come incerti sono gli equilibri politici del Paese dopo gli anni del governo progressista di Gabriel Boric (che tra le altre cose è stato anche il primo swiftie a diventare capo di Stato e di governo). La sfida Jara-Kast è l’ennesima iterazione della battaglia politica che si verifica ormai in tutti i Paesi del mondo: quella tra una visione sociale, democratica e statalista e una più autoritaria e liberista. Jara, avvocata e già ministra del Lavoro si è candidata con un programma incentrato su welfare, salario minimo, lavoro dignitoso. Kast, invece, ha fondato la sua campagna sul “pugno duro” contro la criminalità, la lotta all’immigrazione irregolare e il ripristino di un supposto “ordine smarrito”. Anche i riferimenti storici peseranno sul risultato finale. Kast, infatti, per una parte dell’opinione pubblica cilena è direttamente associato al governo di Augusto Pinochet: suo fratello Miguel è stato ministro e Presidente della Banca centrale durante la dittatura, suo padre, invece, nato in Germania e fuggito in Cile dopo la Seconda guerra mondiale, era stato iscritto al Partito nazista e aveva combattuto con la Wermacht in Francia e in Italia.