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23:00 venerdì 7 novembre 2025
Un imprenditore ha speso un milione di dollari per promuovere una collana AI a New York e tutte le sue pubblicità sono state vandalizzate Avi Schiffman voleva far conoscere il suo prodotto ai newyorchesi. Che gli hanno fatto sapere di non essere interessati all'amicizia con l'AI.
Stranger Things sta per finire ma ricomincerà subito, visto che Netflix ha già pronto lo spin-off animato S’intitola Tales From ’85 ed espande la storia ufficiale tra la seconda e la terza stagione, riprendendone i personaggi in versione animata.
Gli azionisti di Tesla hanno entusiasticamente approvato un pagamento da un bilione di dollari a Elon Musk  Se Musk raggiungerà gli obiettivi che l'azienda si è prefissata, diventerà il primo trillionaire della storia incassando questo compenso da mille miliardi.
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Nel nuovo album di Rosalia c’è una canzone in italiano dedicata a San Francesco e Santa Chiara Si intitola "Mio Cristo Piange Diamanti", che lei definisce «la sua versione di un'aria», cantata in un perfetto italiano.
Si è scoperto che uno degli arrestati per il furto al Louvre è un microinfluencer specializzato in acrobazie sulla moto e consigli per mettere su muscoli Abdoulaye N, nome d'arte Doudou Cross Bitume, aveva un bel po' di follower, diversi precedenti penali e in curriculum anche un lavoro nella sicurezza del Centre Pompidou.
La Presidente del Messico Claudia Sheinbaum è stata molestata da un uomo in piazza, in pieno giorno e durante un evento pubblico Mentre parlava con delle cittadine a Città del Messico, Sheinbaum è stata aggredita da un uomo che ha provato a baciarla e le ha palpato il seno.
Una foto di Hideo Kojima e Zerocalcare al Lucca Comics ha scatenato una polemica internazionale tra Italia, Turchia e Giappone L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.

Una scena di Dune – Parte 2 ha richiesto 44 giorni di riprese

05 Marzo 2024

La scorsa settimana, Dune – Parte 2 è finalmente arrivato nelle sale, riscuotendo – ancora prima della sua distribuzione ufficiale – un enorme successo tra pubblico e critica. E parte di questo successo è dovuto anche alla curatissima fotografia del film, firmata da Greg Fraser. Infatti, come ha spiegato Francesco Gerardi nella sua recensione, «se il lavoro sulla sceneggiatura di Dune – Parte 2 è notevole, quello sulle immagini è strabiliante». Il film è stato infatti girato tra Giordania e Arabia Saudita, sfruttando esclusivamente la luce naturale e, come si può intuire, una simile scelta artistica comporta una notevole dilatazione dei tempi necessari alle riprese, portando Villeneuve e il resto della sua squadra a dedicare ben 44 giorni alle riprese di una singola scena. 

Come riportato da Variety, la scena della “tempesta di sabbia” durante la quale Paul, interpretato da Timothée Chalamet, cavalca una verme della sabbia – la spaventosa creatura che ha dato origine all’altrettanto spaventoso secchiello per popcorn di cui si è tanto chiacchierato negli ultimi giorni – è da considerare come la più grande impresa cinematografica di Villeneuve. E sebbene non sia stata l’unica sfida per il regista – che sempre per Dune – Parte 2 ha deciso di girare un’intera scena sfruttando la tecnologia degli infrarossi – la lotta tra Paul e il verme della sabbia è sicuramente la parte del film che ha richiesto più preparazione. Ancora prima dei 44 giorni di riprese, infatti, la scena ha richiesto una lunga e minuziosa fase di progettazione preliminare, durante la quale Fraser e il production designer Patrice Vermette hanno cercato di capire come rendere l’azione in maniera realistica e credibile. Un’estrema cura è stata inoltre riservata alla costruzione del verme di sabbia – un prop, se così lo si può definire, alto 27 metri e largo 7 – e anche all’armatura indossata da Chalamet che, come ha spiegato la costumista Jacqueline West, «doveva essere attillata, ma anche abbastanza leggera e consentire a lui i movimenti necessari a cavalcare sul verme» e che, come se non bastasse, doveva sembrare fatta di un «materiale alieno». 

Una volta arrivati al momento delle riprese nel deserto, Villeneuve ha lavorato a stretto contatto con l’executive producer Tanya LaPointe, l’operatore di camera Kristof Brandl e Fraser. È stato proprio quest’ultimo a suggerire, al fine di ottenere delle immagini credibili, di posizione la cinepresa su un secondo verme del deserto che seguiva l’azione principale. Per 44 giorni, quindi, il complesso impianto che muoveva il verme della sabbia è stato coordinato con il lavoro della cinepresa mentre numerose macchine da vento riproducevano la tempesta alzando in aria polvere usata per il trucco, dello stesso colore della sabbia. Il girato, infine, ha attraversato un meticoloso processo di editing, realizzato da Villeneuve insieme al montatore Joe Walker, finalizzato a «offrire qualcosa di completamente nuovo e mai visto prima».

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