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La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.
Trump si è complimentato con il Presidente della Liberia per il suo inglese, non sapendo che in Liberia l’inglese è la prima lingua Joseph Boakai, nonostante l'imbarazzo, si è limitato a spiegargli che sì, ha studiato l'inglese nella sua vita.
Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".
La novità più vista su Netflix è un documentario su una nave da crociera coi bagni intasati Si intitola Trainwreck: Poop Cruise, è in cima alla classifica negli Stati Uniti ed è popolarissimo anche nel resto del mondo.

Decalogo del dictator chic, gli interni degli autocrati

13 Marzo 2017

Una decina di anni fa Peter York, autore britannico appassionato di design, ha coniato il termine “dictator chic” per indicare lo stile di arredamento prediletto dai dittatori contemporanei: sontuoso, pacchiano e studiato per intimorire i visitatori. Nel suo saggio Dictator Style: Lifestyles of the World’s Most Colorful Despots, passava in rassegna le abitazioni di alcuni dei tiranni più celebri della storia recente, da Ceausescu a Perón, da Stalin a Idi Amin. Più recentemente, gli è capitato di vedere delle fotografie della abitazione privata di Donald Trump, senza sapere che appartenevano alla famiglia dell’attuale presidente: fin dalla prima impressione, York ha avuto l’idea che «il posto trasudasse di dictator chic», ha scritto in un recente articolo sul magazine di Politico.

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Gli interni dell’appartamento della famiglia Trump sono stati curati da Henry Conversano, un designer noto soprattutto per il suo lavoro con i casinò: «La cosa che vuole dirti è “sono tremendamente ricco e potente», parla la lingua dei nuovi ricchi dell’Europa dell’Est e del Medio Oriente», scrive York. Soprattutto, continua, la casa risponde al decalogo del dictator, ovvero le dieci regole osservate durante la stesura del libro Dictator Style. La prima regola è “fare tutto in grande”; la seconda è copiare dagli stili passati senza però includere pezzi antichi originali perché «tutto deve essere nuovo e luccicante»; la terza è “think French”, cioè riprendere l’atmosfera di Versailles; la quarta è creare l’atmosfera di un hotel, più che di una casa. Segue l’utilizzo disinvolto di oro, marmi e specchi (regole 5, 6 e 7 rispettivamente). Il decalogo si conclude poi con la messa in mostra di complementi d’arredo sontuosi (8), di ritratti giganti del padrone di casa (9) e, infine, di animali e mostri araldici che trasmettano l’idea di un ego spropositato, come aquile e leoni.

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Trump utilizza uno stile che «lo mette più nella tradizione visiva del presidente del Turkmenistan che in quella dei leader democratici occidentali», nota l’autore. Aggiungendo che non si tratta solamente di una faccenda estetica: «Gli interni rivelano come le persone desiderano essere viste, dicono qualcosa sulla vita dei proprietari, sui loro punti di riferimento culturali e sul loro rapporto con le altre persone». York nota inoltre che il gusto di Trump rappresenta una rottura con l’estetica presidenziale americana: «È lontano anni luce dalla tradizione architettonica della città di Washington, i cui edifici pubblici in stile neoclassico evocano fiducia e moderazione, proiettando un messaggio di semplicità, democrazia ed egualitarismo».

 Nelle immagini: dettagli del palazzo di Ceausescu (Getty)
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