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12:30 giovedì 11 dicembre 2025
Secondo una ricerca, nel 2025 abbiamo passato online più tempo che durante i lockdown Oramai i "vizi" presi durante la pandemia sono diventati abitudini: ogni giorno passiamo online tra le quattro e le sei ore.
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
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La Casa Bianca non userà più il font Calibri nei suoi documenti ufficiali perché è troppo woke E tornerà al caro, vecchio Times New Roman, identificato come il font della tradizione e dell'autorevolezza.
La magistratura americana ha pubblicato il video in cui si vede Luigi Mangione che viene arrestato al McDonald’s Il video è stato registrato dalle bodycam degli agenti ed è una delle prove più importanti nel processo a Mangione, sia per la difesa che per l'accusa.
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
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Pubblicare i diari di Naval’nyj è stata un’impresa difficilissima

21 Ottobre 2024

Domani, martedì 22 ottobre, uscirà l’autobiografia postuma di Aleksej Naval’nyj, Patriot (Mondadori). Sono passati otto mesi dalla morte del più famoso oppositore di Vladimir Putin, otto mesi durante i quali sua moglie Julija Naval’naja ha messo assieme tutto ciò che di scritto il marito era riuscito a conservare e inviarle. Patriot è stato tradotto in 22 lingue e, nelle speranze di Naval’naja, contribuirà a ricordare al mondo che in Russia esiste un’opposizione al regime putiniano e che ogni giorno uomini e donne vivono la stessa sorte tragica toccata a Naval’nyj: repressione, processi farsa, carcere, tentativi di omicidio.

La storia di Patriot l’ha raccontata la giornalista Alexandra Alter in un pezzo uscito oggi sul New York Times. Parlando con Naval’naja, Alter scopre che la decisione di finire quel memoir al quale stava lavorando da tempo Naval’nyj l’ha presa dopo l’avvelenamento da Novichok che nel 2020 lo aveva quasi ucciso. In quel momento, racconta Naval’naja, «per lui tutto è cambiato, perché ha capito che la sua vita poteva finire in qualsiasi momento». Dopo l’arresto avvenuto il 17 gennaio del 2021, ovviamente per Naval’nyj scrivere divenne incredibilmente difficile, ma comunque non smise mai di farlo. Dal carcere riuscì a inviare centinaia di lettere (scritte a mano) a familiari e amici, nonostante «tutto quello che scrivo e conservo, tutto quello che porto con me quando incontro il mio avvocato, tutto viene letto e fotografato dalle guardie». 

Visti questi soprusi, Naval’nyj cominciò ad approfittare delle udienze in tribunale per consegnare i suoi scritti ai suoi collaboratori. «Un’operazione clandestina», così la definisce lui stesso, che prevedeva la corruzione delle guardie e la sostituzione di blocchi degli appunti. Nonostante tutti questi sforzi, capitava che passassero anche sei mesi prima che Naval’nyj riuscisse a lasciare anche soltanto una lettera a chicchessia. Motivo, questo, per il quale una parte del libro è stata scritta da Kira Yarmysh, la sua portavoce, e approvata da Naval’naja. Sono le pagine in cui si racconta quello che è successo dopo l’arresto nel 2021, nei mesi in cui non si riusciva a capire nemmeno dove fosse finito Naval’nyj, né se fosse ancora vivo. 

Patriot non è soltanto un’autobiografia, però. È anche un testamento, in un senso quasi letterale del termine. Di Naval’nyj, infatti, restano soltanto queste lettere: nessuno dei suoi effetti personali è stato restituito alla famiglia dopo la morte.

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