Date le tantissime tensioni che hanno caratterizzato questa edizione della Mostra ci si aspettava un finale molto più polemico. La giuria presieduta da Alexander Payne, invece, è riuscita nel mezzo miracolo di tenere contenti tutti. O quasi.
Pubblicare i diari di Naval’nyj è stata un’impresa difficilissima

Domani, martedì 22 ottobre, uscirà l’autobiografia postuma di Aleksej Naval’nyj, Patriot (Mondadori). Sono passati otto mesi dalla morte del più famoso oppositore di Vladimir Putin, otto mesi durante i quali sua moglie Julija Naval’naja ha messo assieme tutto ciò che di scritto il marito era riuscito a conservare e inviarle. Patriot è stato tradotto in 22 lingue e, nelle speranze di Naval’naja, contribuirà a ricordare al mondo che in Russia esiste un’opposizione al regime putiniano e che ogni giorno uomini e donne vivono la stessa sorte tragica toccata a Naval’nyj: repressione, processi farsa, carcere, tentativi di omicidio.

La storia di Patriot l’ha raccontata la giornalista Alexandra Alter in un pezzo uscito oggi sul New York Times. Parlando con Naval’naja, Alter scopre che la decisione di finire quel memoir al quale stava lavorando da tempo Naval’nyj l’ha presa dopo l’avvelenamento da Novichok che nel 2020 lo aveva quasi ucciso. In quel momento, racconta Naval’naja, «per lui tutto è cambiato, perché ha capito che la sua vita poteva finire in qualsiasi momento». Dopo l’arresto avvenuto il 17 gennaio del 2021, ovviamente per Naval’nyj scrivere divenne incredibilmente difficile, ma comunque non smise mai di farlo. Dal carcere riuscì a inviare centinaia di lettere (scritte a mano) a familiari e amici, nonostante «tutto quello che scrivo e conservo, tutto quello che porto con me quando incontro il mio avvocato, tutto viene letto e fotografato dalle guardie».
Visti questi soprusi, Naval’nyj cominciò ad approfittare delle udienze in tribunale per consegnare i suoi scritti ai suoi collaboratori. «Un’operazione clandestina», così la definisce lui stesso, che prevedeva la corruzione delle guardie e la sostituzione di blocchi degli appunti. Nonostante tutti questi sforzi, capitava che passassero anche sei mesi prima che Naval’nyj riuscisse a lasciare anche soltanto una lettera a chicchessia. Motivo, questo, per il quale una parte del libro è stata scritta da Kira Yarmysh, la sua portavoce, e approvata da Naval’naja. Sono le pagine in cui si racconta quello che è successo dopo l’arresto nel 2021, nei mesi in cui non si riusciva a capire nemmeno dove fosse finito Naval’nyj, né se fosse ancora vivo.
Patriot non è soltanto un’autobiografia, però. È anche un testamento, in un senso quasi letterale del termine. Di Naval’nyj, infatti, restano soltanto queste lettere: nessuno dei suoi effetti personali è stato restituito alla famiglia dopo la morte.

A The Voice of Hind Rajab di Kawthar ibn Haniyya il Gran premio della giuria, Toni Servillo vince la Coppa Volpi per la sua interpretazione in La grazia, di Benny Safdie la Miglior regia con The Smashing Machine.

L'opera prima di Giulio Bertelli, presentata alle Settimane della critica a Venezia e distribuita in sala da Mubi, mescola fiction e documentario per raccontare tutto il sangue, il sudore e le lacrime nelle vite di tre atlete.