I quotidiani dicono che il regista a cui il presunto assassino di Villa Doria Pamphilj ha rubato l'identità esiste, ma basta fare una rapida ricerca online per verificare che le prove della sua esistenza sono davvero minime (e strane).
Di cosa si è parlato questa settimana
Attentati in Giappone, dimissioni in Inghilterra ed ergastoli in Italia.

Esteri – Giappone a mano armata
La morte dell’ex Primo ministro giapponese Shinzo Abe ha sconvolto un Paese giustamente orgoglioso della scarsissima diffusione delle armi da fuoco e della violenza politica tra i suoi cittadini. Non si sa ancora cosa abbia spinto il 41enne Tetsuya Yamagami ad aprire il fuoco sul leader del Partito Liberal Democratico nipponico durante un comizio a Nara, piccola città vicino a Osaka: per il momento i media giapponesi parlano di odio, un’ossessione che avrebbe spinto Yamagami, in passato membro delle Forze di Autodifesa, a fabbricarsi un’arma rudimentale per compiere l’omicidio.
Politica – Le grandi dimissioni
Ci ha messo un po’ a cogliere il messaggio, Boris Johnson. E dire che i suoi colleghi di governo e compagni di partito erano stati chiari. Nelle ultime settimane molti ministri e sottosegretari si erano dimessi in polemica con il premier, accusato di essere un imbarazzo per i Conservatori e per il Paese. Nessuno gli ha perdonato il partygate, la festa tenuta mentre i cittadini del Regno erano in lockdown. Lui ha provato a resistere, ma ogni volta che nominava un nuovo ministro per sostituire quello dimissionario, la prima cosa che il nuovo arrivato faceva era chiedere le sue dimissioni. Alla fine ha ceduto, e un po’ spiace: pochi politici nella storia hanno fornito materiale per i meme quanto lui.
Cinema – End of tweet
James Caan, aka Sonny, è morto la sera del 6 luglio a 82 anni. Sui social e sui giornali l’attore del Padrino è stato ricordato per la sua brillante carriera e la capacità di interpretare i ruoli più disparati, dal dramma alla commedia, dai film d’azione a quelli per bambini. Tra i fan più accaniti, però, c’è anche chi ha dedicato un commosso ricordo al suo profilo Twitter: «I suoi tweet seguivano una formula semplice e incredibilmente efficace. Un’immagine della sua straordinaria vita e carriera viene brevemente descritta/riassunta (oppure no!) prima delle parole “Fine del tweet”. A volte “Fine del tweet” sono le uniche parole che accompagnano un’immagine, il che significa, tecnicamente parlando, che le parole “Fine del tweet” sono la fine del tweet, l’inizio del tweet E l’intero tweet».
Polemiche – Piero e i suoi fratelli
La saggezza popolare vuole che le sentenze non si commentino: non per rispetto o per umiltà, ma per evitare svarioni come quello capitato a Piero Sansonetti. Commentando la decisione di separare i fratelli Bianchi – condannati all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro – il direttore del Riformista ha accusato lo Stato di usare nei confronti dei due la stessa ferocia che loro hanno mostrato pestando a morte una persona. Siccome ammettere l’esagerazione è usanza del passato, Sansonetti ha poi ribadito il messaggio in un video: «l’ergastolo è una vendetta, lo Stato è come loro», chiunque non sia d’accordo con lui non è cristiano né illuminista.
Letteratura – Non bevete quello Strega
Nonostante il Premio sia andato, come da pronostico, a Mario Desiati (qui la nostra intervista) e al suo Spatriati, edito da Einaudi, possiamo dire che è stata un’edizione non priva di colpi di scena. Oltre alla finale con la “settina” e all’acquazzone improvviso che ha messo alla prova le doti di conduttrice di Geppi Cucciari, il rito della celebrazione del settantaseiesimo Premio Strega è stato stranamente astemio. Al momento della consegna, infatti, Desiati si è rifiutato di bere il famoso sorso di liquore, dicendo che avrebbe aperto la bottiglia in compagnia di un suo grande amico e scrittore che non c’è più, Alessandro Leogrande.
Altre polemiche – Il Jova e il mare
I ghiacci si sciolgono, le spiagge si consumano, le microplastiche sono ovunque, ma Jovanotti continua imperterrito a girare l’Italia coi suoi beach party. Questo weekend è a Marina di Ravenna, dove per fargli spazio hanno dovuto abbattere un filare di tamerici di 65 metri. Gli ambientalisti lo odiano e dicono che va fermato, lui risponde dicendo che il suo evento «tiene insieme lo spirito del rock’n’roll e l’attenzione per l’ambiente senza usare parole a caso, ma facendo le cose meglio che si può!», punta il dito contro “l’ambientalismo ideologico” e si appropria di un motto degli scout: la spiaggia di Lignano Sabbiadoro, dice, «è tornata meglio di come l’abbiamo trovata». Intanto, tutte le tappe rimangono confermate, fino al gran finale del 10 settembre a Milano che, almeno, magra consolazione, è già inquinata di suo.

È una parola vecchia che però sta tornando attuale per descrivere la straniante sensazione che tutti proviamo ormai da un pezzo: quella di dover continuare a funzionare come individui mentre il sistema attorno a noi crolla, tra guerre e crisi economiche.