Perché “Despacito” non ha vinto i Grammy

Nella primavera/estate 2017 ha fatto impazzire tutti. La si sentiva in ogni bar e locale, proveniva dalle finestre aperte delle case, dai cellulari, dalle cuffie nelle orecchie dei più insospettabili. In ogni balera, discoteca, club, in ogni after, festa e serata, sentirla e ballarla era praticamente inevitabile: se non veniva messa dal dj, veniva puntualmente richiesta, come se tutti stessero aspettando soltanto quella canzone per iniziare a divertirsi davvero. Ispirava perfino racconti. Eppure “Despacito” non ha vinto neanche un Grammy.
Su Vulture, un Frank Guan incazzato nero si è giustamente chiesto perché. «Col senno di poi», commenta, «era ovvio che “Despacito” non ce l’avrebbe fatta, già all’inizio della trasmissione». A farlo intendere, secondo lui, il fatto che Luis Fonsi and Daddy Yankee non fossero nemmeno riusciti a vincere il premio per il Migliore Duo Pop/Gruppo durante la pre-cerimonia, scalzati dai Portugal. The Man con la loro “Feel It Still”. Ambire ai trofei di Canzone dell’anno o Disco dell’anno è sembrato quindi, da subito, del tutto impossibile. Se non riuscivano a battere neanche i Portugal. The Man, come avrebbe potuto gareggiare con gente tipo Bruno Mars, Jay-Z e Kendrick Lamar? Come nota Guan, “Feel It Still” è arrivata quarta nelle Hot 100, mentre “Despacito”, per tutta l’estate, si è mantenuta prima nella classifica dei singoli. Non solo: è oggettivamente una canzone migliore, da un punto di vista puramente musicale. Insomma: com’è possibile che non abbia vinto almeno quel premio?
E se il problema di “Despacito” fosse, in realtà, che si tratta di una hit in lingua spagnola? E se il fatto che non abbia vinto significhi che, a prescindere dai risultati qualitativi e commerciali, un pezzo in lingua spagnola non riuscirà mai a essere abbastanza per un Grammy? «Certo, senza ipocrisia l’intrattenimento non sarebbe possibile, ma durante una serata Grammy densa di atteggiamenti pro-immigrazione, questo affronto (ed è decisamente un affronto) si rivela molto peggio che ipocrita – è quasi un inganno». Bisogna ammettere che anche a tanti altri non è andata bene: a Lorde è stata negata una performance solista, Jay-Z è stato segato da ben otto categorie, SZA da cinque, e niente album dell’anno a Kendrick Lamar per la terza volta di fila. Insomma, secondo Guan, ci sono un sacco di motivi per essere insoddisfatti da questi Grammy.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.