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14:28 giovedì 18 settembre 2025
Sulla tv del ministero della Difesa russo c’è uno show fatto con l’AI che trolla i politici stranieri Macron con i bigodini rosa, Trump che parla di gabinetti dorati, von der Leyen in versione soviet: questo il meglio che la "satira" russa offre.
Il late show di Jimmy Kimmel è stato sospeso per dei commenti di Kimmel su Charlie Kirk Commenti che però Jimmy Kimmel non ha mai fatto.
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.

In Cile c’è una discarica di vestiti così grande che si vede anche nelle immagini satellitari

18 Maggio 2023

Il deserto di Atacama è famoso per due ragioni: è il luogo più “secco” della Terra – in un anno ci cade meno di un centimetro di pioggia – ed è il sito di una delle più grandi discariche di vestiti usati e invenduti del mondo. Talmente grande che ormai, accanto alle naturali dune di sabbia, ci sono anche delle dune artificiali fatte di capi d’abbigliamento. Talmente grande che la si distingue persino dalle immagini satellitari, come dimostrato da SkyFi, un’azienda che si occupa proprio di questo. «Possiamo confermare che la gigantesca pila di vestiti nel deserto del Cile esiste e sta crescendo», si legge in un tweet pubblicato sul profilo Twitter di SkyFi.

Stando a quanto riporta Bbc, nel deserto di Atacama si accumulerebbero ogni anno 35 mila tonnellate di vestiti importati dall’Europa, dall’Asia e dal Nord America. Questa discarica a cielo aperto si spiegherebbe con una serie di agevolazioni e sgravi fiscali decisi nel corso degli anni dal governo cileno. Conseguenza di queste iniziative fiscali è stata la nascita di alcune “zone franche” sparse nel Paese, tra le quali la città portuale di Iquique, a poca distanza dal deserto di Atacama. Le aziende che operano a Iquique non sono tenute a pagare tasse, imposte e tariffe doganali: nelle intenzioni del legislatore, tutto questo doveva servire a far crescere la depressa economia locale; nei fatti, ha prodotto una delle più grandi discariche a cielo aperto del mondo. I vestiti che restano invenduti nei magazzini dei negozi di Iquique finiscono tutti nel deserto, perché se è vero che per far arrivare le merci in città non ci sono obblighi fiscali di alcun tipo, per portarli da Iquique a un’altra città i costi – tasse e tributi compresi – ci sono eccome.

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