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20:59 mercoledì 22 ottobre 2025
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Oggi Lynch metterà sul suo canale YouTube un cortometraggio animato mai condiviso online

20 Maggio 2020

Tra piccole lampade costruite durante la quarantena e l’apertura di un proprio canale YouTube, David Lynch Theater, in cui riprendendo un esperimento del 2006 ha iniziato a dare le previsioni del meteo, David Lynch potrebbe sicuramente qualificarsi tra i migliori personaggi degli ultimi mesi. Perché il regista di Mulholland drive fa così, sparisce per un po’ per riapparire di tanto in tanto con una nuova trovata imprevedibile. Come nella sera del 19 maggio, quando ha annunciato su Twitter che oggi condividerà sul suo canale YouTube: Fire (Pozar), il cortometraggio scritto, diretto e animato dallo stesso Lynch nel 2015, e mai rilasciato online o reso disponibile su alcuna piattaforma.

Realizzato in collaborazione con Marek Zebrowski, che ha scritto le musiche interpretate dal Penderecki String Quartet, descrivendolo nel 2015 durante una conferenza alla USC School of Music, Lynch aveva detto: «Il punto di questo esperimento era che io non avrei dovuto dire nulla sulle mie intenzioni, avrei solo dovuto realizzare un cortometraggio animato, e Marek avrebbe dovuto dare una sua interpretazione di quanto visto. Penso sia stato un esperimento di grande successo, e adoro le musiche che Marek ha composto». «Ho pensato che fosse un film molto malinconico in un certo senso, e anche molto poetico», ha aggiunto Zebrowski, «io ho solo cercato di illustrare ulteriormente cosa stava facendo David, quello che aveva in testa».

A proposito di intenzioni: come riporta Dazed & Confused, presumibilmente ancora rinchiuso in isolamento da Coronavirus, David Lynch ha inoltre recentemente riflettuto circa la sua vita, la carriera e le sue influenze stilistiche in una video intervista pubblicata su YouTube, in cui, parlando della sua infanzia ha detto: «Tutto quello che volevo fare era dipingere. Come per la pittura, lo strumento numero uno è l’intuizione, dare forma con musica e immagini a una cosa che abbiamo in testa. Ora invece nelle scuole di cinema insegnano formule per creare il film perfetto, più che intenzioni. È come essere messo in prigione».

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