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C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.
Bolsonaro è stato ricoverato d’urgenza per un singhiozzo che andava avanti ininterrottamente da 9 mesi Il singhiozzo cronico dell'ex Presidente si è aggravato durante la detenzione in carcere, rendendo necessario il ricovero e anche la chirurgia.
Il thread Reddit in memoria di Brigitte Bardot è stato chiuso subito perché quasi tutti i commenti erano pesanti insulti all’attrice Accusata di essere una lepenista, islamofoba, razzista, omofoba e classista, tanto che i moderatori hanno deciso di bloccare i commenti.
Migliaia di spie nordcoreane hanno tentato di farsi assumere da Amazon usando falsi profili LinkedIn 1800 candidature molto sospette che Amazon ha respinto. L'obiettivo era farsi pagare da un'azienda americana per finanziare il regime nordcoreano.
È morto Vince Zampella, l’uomo che con Call of Duty ha contribuito a fare dei videogiochi un’industria multimiliardaria Figura chiave del videogioco moderno, ha reso gli sparatutto mainstream, fondando un franchise da 400 milioni di copie vendute e 15 miliardi di incassi.
A Londra è comparsa una nuova opera di Banksy che parla di crisi abitativa e giovani senzatetto In realtà le opere sono due, quasi identiche, ma solo una è stata già rivendicata dall'artista con un post su Instagram.

Una ricerca del Reuters Institute dice che le notizie ci interessano sempre meno

17 Giugno 2024

Ogni anno il Reuters Institute for the Study of Journalism pubblica in cui rapporto sullo stato dell’informazione nel mondo e ogni anno scopriamo che per l’informazione le cose vanno sempre peggio. L’ultimo rapporto, pubblicato oggi, è particolarmente deprimente: nonostante il mondo stia attraverso uno dei periodi più turbolenti e spaventosi della storia recente, quattro sui dieci intervistati dal Reuters Institute affermano di non avere nessun interesse nelle notizie. Anzi, c’è di più, cioè di peggio: il 39 per cento degli intervistati dice di evitare consapevolmente, intenzionalmente le notizie. L’ultima ricerca di questo tipo, relativa al 2022, era già assai scoraggiante. Ma, come detto, ogni anno le cose sembrano mettersi peggio: nel 2023 la percentuale di coloro che scansano le notizie è aumentata di tre punti, in sette anni l’aumento è addirittura di dieci punti (nel 2017 gli “anti news” erano il 29 per cento degli intervistati).

La ricerca contiene diversi spunti interessanti. Tra questi c’è sicuramente il rapporto sempre più complicato tra quelli – pochi, evidentemente – che alle notizie si interessano e che le cercano e le notizie stesse. Le fake news sono ormai una preoccupazione comune, l’intelligenza artificiale non ha fatto che aggravare il senso di paranoia che oramai ci pervade ogni volta che troviamo una notizia nei nostri feed: sarà vera? Questa immagine è reale? Questa cosa è successa davvero? Non sorprende dunque che dalla ricerca del Reuters Institute emerga una generale diffidenza nei confronti delle notizie e di chi le notizie le dà: in Italia, per esempio, soltanto il 34 per cento degli intervistati dice di fidarsi delle fonte d’informazioni (tutte: giornali, tv, radio, social, podcast).

Nell’ultima parte del report ci sono delle pagine dedicate al mercato dell’informazione in ogni singolo Paese preso in considerazione nella ricerca. Per l’Italia, ci sono diverse informazioni interessanti. Per esempio: è calata moltissimo la percentuale di persone la cui principale fonte d’informazione è la tv. Erano l’85 per cento nel 2017 e sono il 65 oggi. All’interno di questa statistica ce n’è un’altra piuttosto indicativa: soltanto il 50 per cento della fascia d’età 18-24 usa la televisione come fonte di news. Altro dato, questo piuttosto noto, che contribuisce a dare un’idea della crisi del settore nel nostro Paese è quello della chiusura delle edicole: negli ultimi quattro anni 2700 hanno cessato l’attività, e ora aperte ne restano soltanto 13,500.

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