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20:40 venerdì 14 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Cory Archangel

24 Giugno 2011

Cory Arcangel, artista trentenne, ha una mostra al Whitney di nome Cory Archangel: Pro-tools, che ruota, per me, intorno a due opere: una parla di videogame del gioco del bowling, l’altra di filmati Youtube di fenomeni della chitarra metal.

Various Self Playing Bowling Games (2011)

Cinque consolle uscite nel corso di vari decenni. Su tutte e cinque va in loop il gioco del bowling: si passa dal gioco senza prospettiva, inquadrato dall’alto, dell’Atari, si vede aumentare il colore, comparire la prospettiva e le camicie a fiori dei partecipanti. I cinque video sono proiettati uno accanto all’altro su una parete alta e larghissima. Ogni gioco ha anche l’audio molto alto, così la stanza è immersa nella cacofonia, tanto da far pensare allo spettatore che la tortura di luci e suoni stile Guantanamo ai danni del responsabile della sala sia parte della performance. Tra le consolle ho riconosciuto l’Atari, il Nintendo 64, il Gamecube. Al di là della bellezza del titolo, e dell’idea dei vari avatar/sé che uno ha visto evolvere giocando ai videogiochi (l’unica mia esperienza è con l’evoluzione di calciatori, giocatori di football e cestisti rispettivamente in Pro Evolution Soccer,  Madden e NBA2K), i critici che ne parlano sembrano presi dall’idea che Archangel, hackando i giochi, abbia fatto in modo che ogni giocatore su ogni piattaforma mandi la palla in uno dei due canali laterali, totalizzando quindi zero punti. (Zero punti all’infinito, finché dura la mostra e le partite gemelle, che vanno avanti su diverse corsie, sulla stessa parete, come un bowling arcade che fosse anche una macchina del tempo e in cui ogni pista desse su un’epoca diversa.) Il fatto degli zero punti pare dia un istintivo senso di malinconia. che però personalmente non riesco a provare, forse perché quando ero piccolo, tranne per una parentesi con l’Intellivision, i miei non mi hanno mai fatto avvicinare a una consolle. La prima che ho avuto è stata la Playstation prestatami da un amico nel 2000, a 23 anni, dopo la scoperta di Winning Eleven/PES. (Da lì in poi ho avuto solo Play Station, la uno, la due e la tre.) L’opera mi ha comunque toccato perché riesce a far vedere contemporaneamente quale grande impresa creativa e filosofica è lo sviluppo di un genere di videogioco, e quale inarrestabile inquinamento porta nella vita: per fare un esempio sdolcinato, quest’opera mi fa pensare alle tipiche foto scattate in serie ai fiori per poi mandarle come filmato e mostrare la vita del fiore. Dove lì si vedono certi colori e un certo movimento della materia, qui si vedono altri colori, violenti anche quando sono mosci, e un certo movimento, che nasce dal doloroso e a modo suo tragico tentativo dei programmatori di riprodurre lo scorrere della palla quando lo stato dell’arte non lo permetteva. I piaceri artificiali sono una componente fondamentale della vita umana, ma non basta questo pensiero a farmi accettare di buon grado la quantità di bordello che fa l’audio di un videogioco, e di bordello visivo che fanno i suoi colori.

Paganini’s Caprice No. 5

L’altra grande opera ha invece giocato in maniera seria e profonda con la mia nostalgia. Il motivo è che parla della cosa più importante della mia adolescenza: la chitarra elettrica. Se un lavoro sulla chitarra elettrica mi ha toccato, vuol dire che la gente toccata dal fatto che le palle da bowling finiscono nei canali laterali ha diritto a vivere e provare sentimenti verso il proprio passato quanto ce l’ho io. E se un artista mi fa provare questo senso di umanità e giustizia e benevolenza verso gli altri fruitori della sua opera, l’artista in questione deve avere molto valore.

Ecco l’opera metal di Archangel: ha assemblato un assolo di chitarra elettrica; l’ha fatto usando per ogni nota un frammento di un filmato di Youtube in cui un chitarrista nerd in camera sua suona quella nota. Decine di camere da letto o tinelli con decine di chitarre illuminate male, trionfi di Ibanez dai colori matti, di dita pallide flesse in modi inquietanti e insetteschi, un miscuglio di suoni da decine di amplificatori. La perizia che si intuisce, sia per averla vissuta provando assoli di Slash e Nuno Bettencourt in garage per tutta l’estate del 91-92-93-94 invece di andare al mare, sia per averla già vista su Youtube cento volte, perizia che potrebbe essere raccontata ironicamente, è, al contrario, confermata e giustificata dalla perizia della composizione di Archangel, che invece di compilare un gran bordello come nel caso dell’opera sul bowling, perde tempo, come detto, a comporre il suo virtuosistico assolo a partire dai virtuosismi altrui, legittimandoli in tutta la loro solitaria e un tempo closeted sfiga. (Suona come un disco dei Books ora che ci penso, con innumerevoli scarti di timbro e volume tra gli innumerevoli suoni campionati.)

L’impressione che mi fanno queste due opere è che l’autore non sia né davvero un nerd, né davvero un giocherellone, né davvero un artista concettuale, né davvero un furbo. Le sue opere sembrano delle trovate, e poi si rivelano abitabili e complesse.

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