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Quanto è sicuro ordinare online durante una pandemia?
Chiusa ogni forma di ristorazione, le grandi piattaforme di delivery hanno iniziato a potenziare il servizio per reggere la domanda di chi, dopo la prima settimana a infornare focacce, ha iniziato a ordinare a domicilio. Spesa, pranzi, cene, oggetti. Per questo, in relazione alle norme di sicurezza durante la pandemia da Coronavirus, numerosi rider negli scorsi giorni hanno iniziato a protestare in Italia, con alcuni collettivi che li hanno invitati allo sciopero come accaduto a Bologna. Per questo, mentre le app di delivery hanno preso da poco le prime precauzioni (ci hanno informato con una mail che tutte le consegne avverranno senza il minimo contatto), Eater, su scala americana, si è chiesto quanto sia opportuno e sicuro continuare a ordinare online in questa situazione, e come dovremmo comportarci con chi ogni giorno ci consegna a casa quasi tutto.
«Si, è giusto continuare a ordinare considerando che dobbiamo rimanere in casa, ma con alcune clausole», scrive Jerry G. Zhang. «Al momento non ci sono prove che il cibo sia associato alla trasmissione del COVID-19, secondo la Food and Drug Administration (FDA)», ma varrebbe sempre la pena informarsi sulle condizioni del ristorante che preparerà il cibo che abbiamo ordinato. Sta rispettando gli standard? Posto questo primo punto, «dovremmo essere consapevoli del fatto che attualmente molti addetti alle consegne devono affrontare: un lavoro fisicamente impegnativo, bassi salari, mancanza di tutele e tutto in mezzo a questa pandemia, in cui più delle altre persone sono dovuti a “incontrare” clienti che potrebbero essere malati».
E a questo punto che Eater consiglia alcuni accorgimenti da tenere in vista della loro condizione. Come ordinare direttamente, se possibile, dai ristoranti che effettuano consegne interne senza l’uso di piattaforme intermediarie. Oppure farlo solo da quelle piattaforme che stanno tutelando i loro rider, «come Uber Eats, che ha dichiarato che fornirà fino a due settimane di congedo per malattia retribuito per i corrieri con diagnosi di COVID-19 e che ha fornito ai conducenti disinfettanti, guanti e mascherine. Se non ci sentiamo bene, facciamoci lasciare il sacchetto fuori dalla porta», e poi buttiamo via subito i materiali di imballaggio, scatole, buste, meglio se maneggiandole con i guanti di lattice. Tra le cose importanti anche la mancia: «Diamo loro una mancia onesta, magari anche di 4 o 5 euro, e lasciamo voti alti», perché se come ha affermato a Eater il docente Michael Knight della School of Medicine and Heatlh Sciences della George Washington University, «sono le persone, non il cibo, il problema», ma sono anche quelle a cui è giusto mostrare un minimo di gratitudine.

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