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06:13 martedì 28 ottobre 2025
Alcune AI starebbero sviluppando il “survival drive”, un istinto di sopravvivenza simile a quello che fece impazzire Hal 9000 in 2001: Odissea nello spazio Alcuni studi mostrano come molte intelligenze artificiali sabotano i tentativi di spegnerle, come Hal9000 di «2001, Odissea nello spazio».
L’Albania non solo ha una ministra AI, ma questa ministra AI è anche incinta di 83 figli AI Ogni "figlio" di Diella fungerà da assistente personale per uno degli 83 parlamentari del Partito Socialista d’Albania.
La nuova traduzione di Einaudi del titolo de La metamorfosi di Kafka sta facendo molto discutere La casa editrice ha spiegato che il nuovo titolo è una traduzione più precisa e fedele dell'originale "Die Verwandlung".
Le elezioni in Irlanda le ha vinte Catherine Connolly, un’outsider assoluta, psicanalista, pro Pal e sostenuta dai Kneecap Progressista, antimilitarista, pacifista, si è espressa contro il riarmo in Europa e ha condannato il genocidio in Palestina.
È morto Björn Andrésen, «il ragazzo più bello del mondo» diventato famoso per Morte a Venezia L’attore svedese aveva settant’anni e per tutta la vita ha lottato con la difficile eredità del film di Luchino Visconti.
I ladri del Louvre sono stati catturati anche perché hanno lasciato indietro un sacco di indizi, tra cui dei guanti, un casco, un gilet catarifrangente, una fiamma ossidrica e un walkie-talkie Un sospettato è stato fermato all'aeroporto Charles de Gaulle mentre tentava di partire per l'Algeria, l'altro mentre si preparava a partire per il Mali.
Da quando è uscito “The Fate of Ophelia” di Taylor Swift sono aumentate moltissimo le visite al museo dove si trova il quadro che ha ispirato la canzone Si tratta del Museum Wiesbaden, si trova nell’omonima città tedesca ed è diventato meta di pellegrinaggio per la comunità swiftie.
Yorgos Lanthimos ha detto che dopo Bugonia si prenderà una lunga pausa perché ultimamente ha lavorato troppo ed è stanco Dopo tre film in tre anni ha capito che è il momento di riposare. Era già successo dopo La favorita, film a cui seguirono 5 anni di pausa.

L’algoritmo di Amazon ci fa spendere di più, dice Pro Publica

21 Settembre 2016

Se vi è capitato di riempire il carrello di Amazon e di ritrovarvi a spendere più di quanto avreste immaginato, potrebbe non essere esclusivamente colpa della vostra scarsa parsimonia. Secondo i dati di Pro Publica, piattaforma no profit di giornalismo investigativo, non è molto chiaro come i prodotti finiscano nella buy box, la parte della pagina di un prodotto che consiglia elementi selezionati direttamente dal sito di e-commerce.

Per calcolare il miglior prodotto e proporlo di default al consumatore, Amazon utilizza un algoritmo che screma fra molti rivenditori e seleziona quelli che appariranno in buy box, che è perciò una posizione molto ambita: per accedervi bisogna rispettare alcuni criteri imposti dal sito. Per far luce su come funziona il famigerato algoritmo, Pro Publica ha creato un programma che simula di essere un cliente (non membro di Amazon Prime, il servizio che permette di pagare meno, o non pagare, le spese di spedizione), che risiede a Brooklyn. Durante la scorsa estate, il programma ha passato in rassegna oltre duecentocinquanta prodotti, da quelli elettronici agli articoli per la casa, e ha trovato che se l’utente avesse aggiunto al carrello tutti i consigli di Amazon, avrebbe speso in media il 20% in più di quanto avrebbe fatto acquistando gli stessi prodotti al loro prezzo più basso presente sulla piattaforma. La differenza tra il prodotto raccomandato e il suo prezzo più competitivo, in media, è risultata essere di circa 8 dollari.

Warehouse Distribution Centre For Amazon Online Retailers

Come riporta Quartz, da Amazon hanno fatto sapere che il prezzo non è l’unico criterio che permette di accedere all’agognatissima buy box: vengono presi in considerazione anche la percentuale di ordini accettati, processati e consegnati senza problemi, la percentuale di ordini che hanno prodotto feedback negativi, il numero di ordini confermati e quelli rimborsati al consumatore. Per poter conquistare un posto in buy box, molti rivenditori accettano di essere «fulfilled by Amazon», ovvero che il sito si occupi ad esempio della spedizione e della consegna, cedendo così ad Amazon una percentuale che varia fra il 10 e il 20% dei soldi delle vendite. Come specificano da Pro Publica, Amazon non è certo l’unica compagnia in cui il funzionamento di meccanismi non è chiaro: la Commissione europea, ad esempio, sta investigando il servizio di comparazione fra retailer di Google, che sembra favorire Google Shopping a scapito degli altri rivenditori. L’indagine è ancora in corso.

In testata: foto di Rachel Murray/Getty Images per Amazon
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