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00:56 domenica 14 dicembre 2025
Hbo ha svelato le prime immagini di Euphoria 3 ma della trama di questa nuova stagione non si capisce ancora niente Ben 13 secondi di video che anticipano la terza stagione, in arrivo nel mese di aprile, in cui si vedono tutti i protagonisti e le protagoniste.
Nel 2026 OpenAI lancerà una modalità di ChatGPT per fare sexting Sarà una funzione opzionale e disattivata di default, che rimuoverà i limiti attualmente imposti al chatbot sui prompt con contenuti sessuali.
Una ricerca ha dimostrato che la crescita economica non è più legata all’aumento delle emissioni di CO₂ E, di conseguenza, che la transizione energetica non è un freno all'aumento del Pil, neanche nei Paesi più industrializzati.
Reddit ha fatto causa al governo australiano per aver vietato i social ai minori di 16 anni La piattaforma è convinta che la legge anti soci isoli i minorenni e limiti la loro voce politica nella società, fornendo benefici minimi.
La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è piena di turisti ma anche di soldati Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.
Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.

L’algoritmo di Amazon ci fa spendere di più, dice Pro Publica

21 Settembre 2016

Se vi è capitato di riempire il carrello di Amazon e di ritrovarvi a spendere più di quanto avreste immaginato, potrebbe non essere esclusivamente colpa della vostra scarsa parsimonia. Secondo i dati di Pro Publica, piattaforma no profit di giornalismo investigativo, non è molto chiaro come i prodotti finiscano nella buy box, la parte della pagina di un prodotto che consiglia elementi selezionati direttamente dal sito di e-commerce.

Per calcolare il miglior prodotto e proporlo di default al consumatore, Amazon utilizza un algoritmo che screma fra molti rivenditori e seleziona quelli che appariranno in buy box, che è perciò una posizione molto ambita: per accedervi bisogna rispettare alcuni criteri imposti dal sito. Per far luce su come funziona il famigerato algoritmo, Pro Publica ha creato un programma che simula di essere un cliente (non membro di Amazon Prime, il servizio che permette di pagare meno, o non pagare, le spese di spedizione), che risiede a Brooklyn. Durante la scorsa estate, il programma ha passato in rassegna oltre duecentocinquanta prodotti, da quelli elettronici agli articoli per la casa, e ha trovato che se l’utente avesse aggiunto al carrello tutti i consigli di Amazon, avrebbe speso in media il 20% in più di quanto avrebbe fatto acquistando gli stessi prodotti al loro prezzo più basso presente sulla piattaforma. La differenza tra il prodotto raccomandato e il suo prezzo più competitivo, in media, è risultata essere di circa 8 dollari.

Warehouse Distribution Centre For Amazon Online Retailers

Come riporta Quartz, da Amazon hanno fatto sapere che il prezzo non è l’unico criterio che permette di accedere all’agognatissima buy box: vengono presi in considerazione anche la percentuale di ordini accettati, processati e consegnati senza problemi, la percentuale di ordini che hanno prodotto feedback negativi, il numero di ordini confermati e quelli rimborsati al consumatore. Per poter conquistare un posto in buy box, molti rivenditori accettano di essere «fulfilled by Amazon», ovvero che il sito si occupi ad esempio della spedizione e della consegna, cedendo così ad Amazon una percentuale che varia fra il 10 e il 20% dei soldi delle vendite. Come specificano da Pro Publica, Amazon non è certo l’unica compagnia in cui il funzionamento di meccanismi non è chiaro: la Commissione europea, ad esempio, sta investigando il servizio di comparazione fra retailer di Google, che sembra favorire Google Shopping a scapito degli altri rivenditori. L’indagine è ancora in corso.

In testata: foto di Rachel Murray/Getty Images per Amazon
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