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Il governo spagnolo ha approvato la settimana lavorativa corta Se la legge dovesse essere approvata anche dal Parlamento, 12 milioni di persone lavoreranno due ore e mezzo in meno alla settimana.
Plestia Alaqad, una delle più famose giornaliste palestinesi, ha pubblicato il suo diario di guerra Lo ha intitolato The Eyes of Gaza, un libro per raccontare alle future generazioni che cos'era la vita a Gaza prima della guerra e cosa ne è rimasto dopo.
Grazie a una collaborazione tra Cinecittà e New York è stata realizzata la più grande retrospettiva su Monica Vitti E anche la prima mai fatta negli Usa: si intitola "Monica Vitti: La Modernista" e raccoglie 14 tra i più bei film dell'attrice.
Per la prima volta nella storia, un fumetto ha vinto il Premio Pulitzer  L'unico precedente è stato Maus nel '92, che però vinse nella categoria Special Awards and Citations.
Anche i cardinali stanno guardando Conclave per prepararsi al Conclave Stando a fonti vicinissime al Vaticano, tutti i cardinali che lo hanno visto hanno trovato il film molto realistico.
È morto Enrico Baleri, il designer che ha inventato la sedia Spaghetti Aveva 83 anni e nel 1979 disegnò, assieme a Giandomenico Belotti, un oggetto che è diventato un'icona del design italiano.
Il Ceo di Pop Mart ha guadagnato un miliardo e mezzo di dollari in una settimana grazie ai Labubu Ora il 38enne Wang Ning ha un patrimonio personale di 16,1 miliardi di dollari.
La Città del Vaticano “spegnerà” la sua rete telefonica per tutta la durata del Conclave Una misura drastica ma, a quanto pare, necessaria per garantire la segretezza dell'elezione del Papa.

Come riconoscere un vero Van Gogh

10 Settembre 2013

Il dipinto scoperto più recentemente di Vincent Van Gogh, il primo ad essere rinvenuto dal 1928, si intitola Tramonto a Montmajour e risale al 4 luglio 1888. Per lunghe decadi è rimasto a impolverarsi in una soffitta in Norvegia e recentemente, quand’è stato valutato dagli esperti, sembrava che fosse opera di un altro artista.

Eppure lo stesso Van Gogh vi fa riferimento in una lettera spedita al fratello Theo in quei giorni, dichiarando che il dipinto aveva avuto luogo all’aperto, «in una brughiera pietrosa dove piccole querce crescono intrecciandosi». Per avere la sicurezza che quel dipinto fosse proprio del celebrato artista olandese, il “Van Gogh Museum” di Amsterdam ha impiegato una vasta gamma di test scientifici.

Innanzitutto, i ricercatori hanno testato la composizione dei pigmenti, per verificare la compatibilità con altri lavori di Van Gogh. Per farlo, sono ricorsi all’uso di microscopi elettronici a trasmissione, a scansione e polarizzatori. Questi ultimi, in particolare, hanno permesso di identificare pigmenti e fibre: esponendo particelle della dimensione da 1 a 20 micron – ovvero più piccole di un millesimo di millimetro – a una sorgente di luce polarizzata, ogni tipo di pigmento e reagisce in maniera differente. In questo modo, ogni singola particella può essere distinta dalle altre e svelare l’enigma dell’origine del dipinto.

I raggi X, poi, hanno tolto ogni dubbio anche circa la tela utilizzata, che è proprio quella di cui si servì Van Gogh nel suo periodo di Arles, nella Francia meridionale. Il direttore del museo ha commentato: «Ciò che rende ancora più eccezionale tutto questo è che è un lavoro di transizione nella sua produzione e inoltre un dipinto grande proveniente dal periodo che molti pensano essere il culmine dei suoi risultati artistici.»

(via)
 

Nella foto: Tramonto a Montmajour (1888), di Vincent Van Gogh.

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