Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Gli Stati più buoni del mondo


Si chiama “Good Country Index” ed è la prima classifica che giudica gli Stati a seconda di quanto e come si impegnano a favore di tutti gli altri. Diffuso il 24 giugno dal suo ideatore Simon Anholt, l’elenco è stato stilato raccogliendo una serie di informazioni fornite dalle Nazioni Unite e da altri organismi internazionali. L’obiettivo del lavoro è stato quello di declinare il concetto di “good country” non solo nel senso di un Paese che fa di tutto per migliorare se stesso, ma che piuttosto aiuta il mondo a diventare un posto migliore.
La classifica è stata redatta prendendo in considerazione 35 concetti ben precisi, suddivisi a loro volta in sette macro aree, tra cui scienza e tecnologia, cultura, pace e sicurezza internazionale. A livello generale il Paese che ha ottenuto il primo posto è l’Irlanda, seguito da Finlandia, Svizzera, Olanda e Nuova Zelanda. Tra i peggiori, invece, Libia, Vietnam e Iraq.
Pur essendo apprezzabile il ribaltamento di prospettiva, ossia la scelta di giudicare un Paese in base al suo “altruismo”, allo stesso tempo il “Good Country Index” è stato giudicato impossibile da realizzare in modo del tutto equo: gli Stati non possono trovarsi tutti lo stesso piano, perché la possibilità e disponibilità ad aiutare gli altri dipende evidentemente dalla salute interna a ogni confine nazionale.

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Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.