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Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.
Gli scienziati hanno scoperto che il primo bacio sulla bocca è stato dato 21 milioni di anni fa E quindi non se l'è inventato l'homo sapiens ma un ominide, un antenato comune di uomini, scimpanzé, gorilla e orango, animali che infatti si baciano.
Non si capisce bene perché ma Nicki Minaj è andata alle Nazioni Unite a parlare dei cristiani perseguitati in Nigeria Sembra che a volerla lì sia stato Trump in persona, dopo che in più occasioni Minaj gli ha espresso pubblico supporto sui social.
La nuova tendenza nell’industria del beauty è vendere prodotti di bellezza anche a bambine di 3 anni Da anni si parla di Sephora Kids, ma adesso ci sono storie che riguardano bambine addirittura più piccole.
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.

Per vincere lo Strega è meglio non avere social

La Cinquina 2021 ha mostrato criteri diversi da quelli che oggi consideriamo fondamentali per essere scrittori visibili.

11 Giugno 2021

Per avere successo con un libro bisogna o no avere un seguito importante sui social network, essere influenti? Abbiamo sempre pensato di sì, ma la Cinquina del Premio Strega di ieri sembra dare un segnale diverso. Nessuno dei 5 autori finalisti – Bajani, Bruck, Caminito, Di Pietrantonio, Trevi – è su Twitter, la maggior parte non è neanche su Facebook o su Instagram, e la grande esclusa di questa edizione, Teresa Ciabatti, è stata considerata per anni il modello di come una scrittrice possa trovare addirittura una voce di finzione scrivendo dei post per poi perfezionare l’io di finzione nelle pagine di un romanzo.

Un mito che circola intorno all’esordio letterario è che oggi gli editori chiedano al potenziale scrittore esordiente quanti follower abbia, su che comunità di lettori possa contare per l’eventuale lancio del libro. Avere un successo social sembra alla base dello scouting editoriale e non si contano i casi letterari firmati da influencer, da youtuber da milioni di visualizzazioni, da blogger venerati. Una parte di libri che arrivano da questo mondo sembrano garantire la possibilità di un ingresso nelle classifiche. Gli uffici stampa contano sui social per il lancio di una novità più ancora che sulle paginate di testate autorevoli. Ci si è detti per molto tempo che per far vendere un libro è più importante un tweet di Jovanotti che una recensione di Claudio Magris. Come mai allora Trevi o Bajani, Bruck o Di Pietrantonio riescono a entrare in Cinquina senza intervenire quotidianamente sulle gogne quotidiane, su rivendicazioni politiche, rilanciando i meme del giorno?

Negli ultimi anni, la promozione dei libri avviene ormai per tappe fisse, studiate dal marketing che, insieme all’ufficio stampa, pensa alle strategie per i social. Una pioggia di libri arriva alle persone giuste che fotograferanno la copertina. Alcuni diranno di non essere riusciti a dormire la notte per l’intensità del libro, altri grideranno al capolavoro, fino alla mattina dopo, quando si ricomincerà con un altro libro indimenticabile. Questo rumore di fondo – una sovraesposizione di autori non sempre all’altezza del reale talento letterario – è diventato forse troppo assordante e fastidioso agli stessi “addetti ai lavori”, alle stesse persone che votano per i premi, magari agli stessi Amici della Domenica che stabiliscono la Cinquina dello Strega. Esporsi, essere divisivi, prendere la parola quotidianamente è sì una strategia per avere notorietà, un pubblico di affezionati, ma è anche un modo per riempirsi di nemici silenziosi.

Nessuno ha vantaggio ad attaccare pubblicamente qualcuno del proprio ambiente (baciato dal successo), ma spesso questa fama può covare sentimenti indicibili. Gli scrittori della Cinquina mostrano che forse esiste ancora la possibilità di percorrere in solitaria la propria strada letteraria. Senza ascoltare nessuno, senza cordate di amici e di like, senza gruppi di fan scatenati. Sembra possa essere possibile scrivere vivendo defilati (almeno dagli schermi). Ci si può chiedere se ciò sia valido solo per scrittori che si sono affermati prima dell’arrivo dei social o se questa discrezione sia ancora possibile anche per i più giovani. Di certo, la percezione degli scrittori che si ha frequentando molto i social network è deformata e non rispetta la realtà. E di certo, le bolle sono meravigliose, fanno sognare mentre volano, ma sono destinate a scoppiare al primo soffio di vento.

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