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È uscito il trailer di Blossoms, la prima serie tv di Wong Kar-Wai che arriva dopo dodici anni di silenzio del regista Negli Usa la serie uscirà il 24 novembre su Criterion Channel, in Italia sappiamo che verrà distribuita su Mubi ma una data ufficiale ancora non c'è.
È morta Diane Ladd, attrice da Oscar, mamma di Laura Dern e unica, vera protagonista femminile di Martin Scorsese Candidata tre volte all'Oscar, una volta per Alice non abita più qui, le altre due volte per film in cui recitava accanto alla figlia.
L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.
A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.
La neo premio Nobel per la pace Maria Corina Machado ha detto che l’intervento militare è l’unico modo per mandare via Maduro La leader dell’opposizione venezuelana sembra così approvare l'iniziativa militare presa dall'amministrazione Trump.

È morto l’artista francese Christian Boltanski

15 Luglio 2021

Ci sono almeno due motivi per cui Christian Boltanski, scomparso a Parigi a 76 anni nella notte del 14 luglio, è stato definito l’artista o l’artigiano della memoria. Il primo risiede nella creazione dei “Les Archives du Coeur”, gli archivi del cuore che Boltanski ha istallato su un’isola chiamata Teshima, nel mare interno del Giappone, in un polo museale che ha origine su un’altra vicina isola, a Naoshima, dove di fronte al mare della spiaggia di Ojigahama Boltanski è possibile mettersi le cuffie e ascoltare il battito cardiaco delle persone registrato per anni, dal 2008, in vari posti del mondo, catalogando scrupolosamente ogni suono effimero e piccolissimo e rendendolo eterno. Il secondo ha a che fare con la sua storia, segnata dall’orrore della Shoah.

Nato a Parigi il 6 settembre 1944, con l’Europa ancora segnata dalla guerra, da padre medico ebreo di origini russe e ucraine (passò il periodo dell’Occupazione nazista in un nascondiglio ricavato nell’appartamento di famiglia) e madre scrittrice di religione cattolica, Boltanski divenne uno dei maggiori artisti francesi contemporanei dopo aver sperimentato, da autodidatta, la pittura, la fotografia, e il cinema con il cortometraggio La vie impossible (1968). La sua, come ricorda anche ArtNews è stata un’arte fatta di combinazione e assemblaggi, attraverso l’uso e l’accumulo di materiali e oggetti diversi e, soprattutto, di stracci e fotografie.

Tra le opere più note, quella realizzata nel 1989 dal titolo “Autel Lycéè Chases”, composta da 38 scatole di biscotti in latta arrugginita e otto lampade collegate da cavi neri e sottili, poi otto riproduzioni fotografiche su lastre di vetro di diverso formato con cui in occasione del Giorno della Memoria (lo scorso 27 gennaio) aveva eretto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (l’opera era in prestito dal Mart di Rovereto) il suo omaggio all’importanza della memoria. Tra le ultime, invece, l’istallazione del 2007 al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna che circonda i resti del DC9 abbattuto il 27 giugno 1980. In quell’occasione, Boltanski aveva rimesso insieme 2 mila frammenti con 81 specchi, 81 voci registrate e 81 lampadine che provano (con un crescere e diminuire d’intensità) a restituire alle 81 vittime un ultimo momento di vita.

Alle opere degli anni Settanta (“Vitrines de référence”, “Boîtes de biscuits”, “Tiroirs”, “L’album de photographies de la famille D. 1939-1964”) fecero seguito installazioni volte a diventare testimonianze di esistenze passate, di assenze e di tracce, come anche “Animitas”, l’installazione che si trova nel giardino del Noguchi Museum di New York dove 180 piccole campane di bronzo e acciaio trasmettono ai visitatori «la musica delle anime perdute», proprio come “Les Archives du coeur”.

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