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Da quando è uscito “The Fate of Ophelia” di Taylor Swift sono aumentate moltissimo le visite al museo dove si trova il quadro che ha ispirato la canzone Si tratta del Museum Wiesbaden, si trova nell’omonima città tedesca ed è diventato meta di pellegrinaggio per la comunità swiftie.
Yorgos Lanthimos ha detto che dopo Bugonia si prenderà una lunga pausa perché ultimamente ha lavorato troppo ed è stanco Dopo tre film in tre anni ha capito che è il momento di riposare. Era già successo dopo La favorita, film a cui seguirono 5 anni di pausa.
Al caso del furto al Louvre adesso si è aggiunto uno stranissimo personaggio che forse è un detective, forse un passante, forse non esiste È stato fotografato davanti al museo dopo il colpo, vestito elegantissimamente, così tanto che molti pensano sia uno scherzo o un'immagine AI.
L’azienda che ha prodotto il montacarichi usato nel colpo al Louvre sta usando il furto per farsi pubblicità «È stata un'opportunità per noi di utilizzare il museo più famoso e più visitato al mondo per attirare un po' di attenzione sulla nostra azienda», ha detto l'amministratore delegato.
I dinosauri stavano benissimo fino all'arrivo dell'asteroide, dice uno studio Una formazione rocciosa in Nuovo Messico proverebbe che i dinosauri non erano già sulla via dell’estinzione come ipotizzato in precedenza.
Nelle recensioni di Pitchfork verrà aggiunto il voto dei lettori accanto a quello del critico E verrà aggiunta anche una sezione commenti, disponibile non solo per le nuove recensioni ma anche per tutte le 30 mila già pubblicate.
Trump ci tiene così tanto a costruire un’enorme sala da ballo alla Casa Bianca che per farlo ha abbattuto tutta l’ala est, speso 300 milioni e forse violato anche la legge Una sala da ballo che sarà grande 8.361 e, secondo Trump, assolverà a un funzione assolutamente essenziale per la Casa Bianca.
L’episodio di una serie con la più alta valutazione di sempre su Imdb non è più “Ozymandias” di Breaking Bad ma uno stream di Fortnite fatto da IShowSpeed Sulla piattaforma adesso ci sono solo due episodi da 10/10: "Ozymandias" e “Early Stream!”, che però è primo in classifica perché ha ricevuto più voti.

Chi è stato il primo poeta della storia?

27 Giugno 2017

Charles Halton, un esperto di testi biblici alla St Mary’s University, ha scritto per LitHub un articolo su quella che definisce «il primo poeta della storia». Che, tecnicamente, fu una poetessa: una sacerdotessa Enheduanna, vissuta nella Mesopotamia di 4200 anni fa, che fu autrici di vari inni e poesie religiose scoperte dagli archeologi negli anni Venti e pubblicati in inglese a partire dagli anni Sessanta. La maggior parte delle sue poesie, spiega l’autore, celebravano la dea Innana, che era la divinità del sesso e della guerra: «In una delle poesia di Enheduanna, Inanna uccide An, la divinità a capo del pantheon mesopotamico, e diventa la leader degli dei. Non sono certo di come l’abbia presa establishment religioso maschile, presumo non fossero entusiasti».

L’articolo di Halton è piuttosto polemico: sostiene che il nome della prima poetessa della storia è rimasto sconosciuto ai più, mentre tutti conosciamo il nome del primo romanziere della storia (Murasaki Shikibu, autrice Storia di Genji nell’Undicesimo secolo) a causa di un certo sessismo nel mondo letterario, per non parlare del fatto che la letteratura Mesopotamica è poco conosciuta. In realtà, già sul fatto che esista una concordia sul nome del primo romanziere della storia si potrebbe discutere: alcuni potrebbero fare notare che Dafni e Cloe di Longo Sofista, che è di svariati secoli antecedenti a Storia di Genji, è un romanzo.

Eneheduanna

Poi, non è che il nome di Enheduanna sia così sconosciuto, almeno tra chi s’interessa di letteratura antica. Qualche anno fa l’archeologo Paolo Matthiae le aveva dedicato un profilo sul Domenicale del Sole24Ore, dove raccontava: «Era figlia del grande Sargon, il fondatore della dinastia di Akkad e del più antico impero della storia, che iniziò il suo lungo regno negli anni attorno al 2340 a. C». La sua opera più celebre, successivamente intitolata “L’esaltazione di Inanna”, è giunta ai giorni nostri «in oltre cinquanta diverse copie su tavolette cuneiformi», prosegue lo studioso, «a dimostrazione della sua popolarità e diffusione negli ambienti scribali dei maggiori centri sumerici».

Disco votivo di Enheduanna; bassorilievo dedicato alla divinità Inanna
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