Da quello che si vede nel trailer (pochissimo), di sicuro non è il Tom Cruise di Top Gun o di Mission: Impossible.
Se vi è piaciuto Aftersun su Mubi si può vedere il primo corto di Charlotte Wells
Si chiama Tuesday, è del 2015 e dura soltanto 11 minuti. È il primo cortometraggio di Charlotte Wells, la regista di cui si sta parlando ormai da mesi per l’inaspettato successo di Aftersun, il film che ha fatto meritare a Paul Mescal la nomination all’Oscar come migliore attore. Ambientato negli anni Novanta, Aftersun è il racconto dell’ultima vacanza di un papà giovanissimo (Mescal) e la sua figlia undicenne Sophie (Frankie Corio), un film tanto delicato quanto doloroso (ne avevamo parlato qui). Come ha spiegato Wells in una bellissima lettera scritta per accompagnare la visione (con tanto di fotografie di lei e suo padre in vacanza), le atmosfere e le emozioni descritte in Aftersun derivano direttamente dalla sua vita. Non sorprende quindi scoprire che già a ventotto anni – ora ne ha trentacinque – la regista avesse girato un corto che raccontava il rapporto tra un padre e una figlia, o meglio, la brusca interruzione di quel rapporto.
La trama di Tuesday è molto semplice: è martedì, e come ogni martedì, la sedicenne Allie (interpretata dalla bellissima Megan McGill) dice che passerà la serata con suo padre. Però questo martedì non è come gli altri, lo capiamo dalla reazione della mamma di Allie (stupita, preoccupata, sconvolta) quando la figlia le dice, come se niente fosse, che dopo la scuola andrà da papà. Seguiamo quindi Allie nella sua giornata a scuola e poi, alla fine, nell’appartamento di suo padre, dove lui però non c’è. Se avete amato Aftersun riconoscerete lo stesso stile iperrealista che sembra più vero della vita vera, e la delicatezza che contraddistingue lo sguardo di Charlotte Wells, quella capacità di trasmettere con estrema precisione una serie di emozioni dolcissime e dolorose, difficilmente descrivibili a parole. Come si leggeva nella recensione di Aftersun del New York Times: «È difficile trovare un linguaggio critico per spiegare la delicatezza e l’intimità di questo film». Vale anche per questo bellissimo corto. E se non vi basta, su YouTube c’è anche Laps, del 2017, ancora più breve (quasi 6 minuti).
C'è la sua firma su 1992, Gomorra, The Bad Guy, Esterno notte, Il traditore e Il maestro. E adesso anche su una delle sorprese di questo anno cinematografico: Breve storia d'amore, la sua opera prima da regista.
Il film con cui Jim Jarmusch ha vinto il Leone d'oro a Venezia è un'opera apparentemente "piccola" che però affronta il mistero più grande di tutti: cosa passa per la testa dei nostri genitori? E per quella dei nostri figli?