Presentato a sorpresa al New York Film Festival, il film di Josh Safdie con protagonista Timothée Chalamet ha suscitato l'entusiasmo della critica.
Timothée Chalamet è diventato il primo uomo a salire in cima alla Sfera di Las Vegas, tutto per promuovere il suo nuovo film Marty Supreme
È l'ultima trovata di quella che è già considerata la migliore campagna promozionale della storia del cinema. Grazie anche e soprattutto agli sforzi di Chalamet.
«Marty Supreme is an american film that comes out on Christmas Day 2025!», urla Timothée Chalamet in uno degli ultimi video promozionali pubblicati da A24 prima dell’arrivo del film nelle sale americane. Non appena Chalamet finisce di parlare, la videocamere inizia ad allontanarsi piano piano dal suo volto e a mostrare pezzi sempre più ampi dell’ambiente attorno a lui. Indietreggiando, indietreggiando, indietreggiando, a un certo punto ci si rende conto che questa è l’ennesima, e più incredibile, trovata pubblicitaria di quella che moltissimi addetti ai lavori, critici di professione e semplici appassionati considerano già la migliore campagna promozionale nella storia del cinema. Chalamet, infatti, ha urlato quella frase standosene in cima alla Sfera di Las Vegas. È il primo uomo ad arrampicarsi fin lassù. Tutto per promuovere un film.
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Nel momento in cui scriviamo, all’uscita di Marty Supreme nelle sale americane mancano soltanto due giorni. È impossibile prevedere come andrà il film al botteghino, anche se dei segnali incoraggianti, molto incoraggianti sono già arrivati da una prima distribuzione limitata che ha anticipato quella vera e propria. Quello che si può affermare con certezza è che sicuramente la campagna promozionale di Marty Supreme è stata un capolavoro di creatività e, in certi momenti, anche di assurdità (alla finta call in cui Chalamet proponeva al team marketing di A24 un’idea più delirante dell’altra ci avevano creduto in molti). Soprattutto, va riconosciuto a Chalamet che pochissimi attori nella storia del cinema si sono spesi così tanto per un film, che non scherzava mica quando diceva che lo scopo della sua carriera è la «pursuit of greatness». Se non dovesse vincere l’Oscar per il Miglior attore protagonista stavolta, ci aspettiamo una reazione simile a quella di Will Smith alla cerimonia del 2022.
Chalamet ha fatto davvero di tutto per far conoscere al mondo questo film. Oltre ai soliti giri di valzer con late night host e podcaster, ha rappato con il misterioso EsDeeKid, rapper inglese che alcuni credevano addirittura fosse lo stesso Chalamet sotto mentite spoglie; ha giocato a beer pong al Tonight Show di Jimmy Fallon; se ne è andato in giro per settimane indossando solo la track jacket brandizzata Marty Supreme (invero un notevolissimo pezzo di merchandise, già diventato oggetto del desiderio non solo tra i cinefili) e completi arancioni, che è il colore araldico del film. Insomma, davvero non c’è niente che Chalamet si sia rifiutato di fare pur di convincere le persone ad andare a vedere Marty Supreme. Vedremo se le persone si sono fatte convincere e vedremo se anche l’Academy premierà i suoi sforzi. In ogni caso, i tempi sono maturi per l’istituzione di un Oscar per la Migliore campagna promozionale. Peccato sia troppo tardi per aggiungerlo agli Oscar 2026, perché, quello sì, a Chalamet non lo avrebbe tolto nessuno.
Con tanto di lettera indirizzata a tutti i Ceo delle aziende Fortune 500, invitati a vedere il film il 17 dicembre a New York alle ore 17 locali.
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