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Cosa prevede il cessate il fuoco tra Israele e Hamas

Dopo un anno e tre mesi di guerra che hanno portato alla morte, secondo uno studio pubblicato su Lancet della London School of Hygiene & Tropical Medicine, di circa 64 mila palestinesi, Israele e Hamas sono finalmente arrivati a un accordo di cessate il fuoco, nella sera europea di mercoledì 15 gennaio.

È stato firmato in Qatar, negoziato con la mediazione di diversi Paesi tra cui Egitto e Stati Uniti, e sembra essere molto simile a quello proposto dall’amministrazione Biden nel maggio 2024, scrive il New York Times. L’accordo dovrebbe prevedere diverse fasi. Nella prima fase, che durerà 42 giorni, Hamas dovrà liberare 33 ostaggi indicati che Israele ritiene siano ancora vivi. Israele, da parte sua, dovrà far uscire dalle sue prigioni centinaia di prigionieri palestinesi, ritirarsi da parte di Gaza e far sì che i civili palestinesi possano tornare nel nord della Striscia, una cosa che sta impedendo loro di fare almeno da luglio, distruggendo sistematicamente tutti gli edifici. L’esercito israeliano rimarrà invece nel corridoio Philadephi, un pezzo di terra che va dal Mediterraneo all’estremità opposta della Striscia e in cui si trova anche il varco di Rafah, e dovrà permettere a 600 camioni di aiuti umanitari ogni giorno di entrare nel territorio palestinese. In questa fase, dovrebbero essere costruite, a Gaza, almeno 60 mila case temporanee, e sistemate circa 200 mila tende.

Nella seconda fase Hamas rilascerà gli ostaggi rimanenti, sempre quelli vivi, mentre Israele libererà altri detenuti e ritirerà tutte le truppe rimanenti dal territorio. Nell’ultima fase, Hamas consegnerà a Israele anche i cadaveri degli ostaggi morti, e presenterà un piano di ricostruzione di Gaza.

Mancano soltanto 5 giorni alla fine dell’amministrazione Biden: il 20 gennaio Donald Trump si insedierà per il suo secondo mandato.

Foto di Mahmoud Issa/Middle East Images/AFP via Getty Images