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Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.
Gli scienziati hanno scoperto che il primo bacio sulla bocca è stato dato 21 milioni di anni fa E quindi non se l'è inventato l'homo sapiens ma un ominide, un antenato comune di uomini, scimpanzé, gorilla e orango, animali che infatti si baciano.
Non si capisce bene perché ma Nicki Minaj è andata alle Nazioni Unite a parlare dei cristiani perseguitati in Nigeria Sembra che a volerla lì sia stato Trump in persona, dopo che in più occasioni Minaj gli ha espresso pubblico supporto sui social.
La nuova tendenza nell’industria del beauty è vendere prodotti di bellezza anche a bambine di 3 anni Da anni si parla di Sephora Kids, ma adesso ci sono storie che riguardano bambine addirittura più piccole.
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.

Vita e performance di Bruce Nauman

Dal 23 maggio fino al 9 gennaio il guru dell'arte contemporanea è il protagonista della mostra "Contrapposto Studies" allestita a Punta della Dogana.

24 Maggio 2021

«Tramonti, fiori, paesaggi: questo genere di cose non mi interessa. Li lascio lì, senza muovere un dito. Il mio lavoro invece nasce dalla frustrazione, dalle fratture, dai danni che la condizione umana si porta dietro da sempre. Le mie opere traggono linfa vitale dalla nostra crudeltà e dall’assenza di comprensione reciproca. Non posso ovviamente risolvere questi problemi, ma almeno li porto alla luce». Si può riassumere così la mastodontica poetica di Bruce Nauman, guru dell’arte contemporanea. Proprio in questi giorni, dal 23 maggio fino al 9 gennaio, il maestro originario dell’Indiana, è protagonista della mostra Contrapposto Studies, allestita a Punta della Dogana, a Venezia. Si tratta di un compendio della sua sterminata produzione artistica, a partire dagli anni ’60. In mezzo secolo l’artista, che non ha mai amato le luci della ribalta e le interviste, ha esplorato linguaggi diversi, dalla fotografia alla performance, dalla scultura al video, sperimentandone le potenzialità concettuali e indagando la definizione stessa di pratica artistica.

L’esposizione in scena sul Canal Grande è curata da Carlos Basualdo, The Keith L. and Katherine Sachs Senior Curator of Contemporary Art al Philadelphia Museum of Art, e da Caroline Bourgeois, conservatrice della Pinault Collection, ed è considerata uno degli eventi più attesi del 2021. Mr. Nauman, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2009, parte da un concetto base: la sua arte interviene solo quando la parola non riesce più a essere funzionale, solo quando non è più capace di spiegare. E di cose da chiarire, soprattutto in questi ultimi tormentati tempi, ce ne sarebbero moltissime. Oppressione, confinamento, alienazione: sono temi attuali, ma sono anche temi fondanti della ricerca di Nauman, che attraverso la sua ricerca esplora l’assurdità della vita e la nostra grande vulnerabilità. Il maestro, classe 1941, si trasforma così in psicanalista e analizza e scompone la nostra condizione, ne studia le fragilità e le insicurezze e ce le mostra in tutta la loro essenza.

A Venezia Nauman mette in scena, fra gli altri, i video realizzati negli ultimi cinque anni, quelli ispirati al famoso “Walk with Contrapposto” del 1968. Un po’ la sua Monna Lisa. Si fa riferimento al contrapposto, che è una formula compositiva dell’arte classica, in cui la figura umana è rivelata attraverso una leggera torsione del busto intorno a un asse, in modo che la parte superiore ruoti in senso opposto rispetto a quella inferiore, alla ricerca di un bilanciamento tra le membra. Questa regola ha letteralmente rivoluzionato la scultura della Grecia Antica e si è sviluppata nel corso dei secoli dal Rinascimento fino alle sperimentazioni contemporanee.

Con questi nuovi lavori, quattro in tutto (uno realizzato proprio per questa mostra e tre inediti in Europa) Nauman tenta l’impresa: oltrepassa i limiti imposti dalla tecnologia e firma qualcosa che non era tecnicamente possibile alla fine degli anni Sessanta, quando con “Walk with Contrapposto” si mostrava dentro un corridoio nel suo studio, mentre si sforzava a mantenere la posa classica. Stavolta l’artista va oltre sfruttando l’evoluzione tecnica: “Acoustic Wedge (Mirrored), 2020”, è la reinterpretazione di una precedente installazione dal titolo “Acoustic Wedge (Sound Wedge – Double Wedge)” del 1969-1970; i due lavori nuovi della serie Contrapposto, sono sviluppati con la tecnologia 3D, “Contrapposto Split, 2017” e “Walking a Line, 2019”; “Nature Morte, 2020”, è una mappatura interattiva dello studio dell’artista.

Accanto a questa produzione recente, sono poi raccolti alcuni dei suoi grandi classici. Tutti ripercorrono i passi fondamentali della sua analisi sui temi del suono, della performance e dello spazio. Come ad esempio “Bouncing in the Corner No.1”, del 1968, e “Lip Sync”, del 1969, o la riproposizione dal vivo di tre performance di fine anni Sessanta interpretate dal vivo per tutto il periodo della mostra da quattordici performer. L’arte di Nauman non è semplice. Per essere apprezzate alcune delle sue installazioni video richiedono decine di minuti, in alcuni casi addirittura ore di osservazione. Ci sono opere in cui attraverso la cacofonia di suoni l’artista cerca di creare un senso di alienazione, mentre in altri video fa semplici gesti ripetuti ossessivamente, in modo quasi maniacale, come fosse una persona rimasta troppo tempo chiusa dentro quattro mura. Impossibile non fare un collegamento con quanto vissuto nell’ultimo anno. I riferimenti sono evidentissimi. Superato lo choc iniziale, la strada si fa così meno irta. Il senso di isolamento che molti di noi hanno provato durante il lockdown rende tutto più concreto, vicino. Il maestro ci svela i nostri limiti per aiutarci ad andare avanti. «Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura», diceva Sun Tzu. E Nauman segue lo stessa linea di pensiero.

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