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20:28 venerdì 19 dicembre 2025
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

Su Netflix c’è un documentario del 2017 in cui Avicii diceva che non ce la faceva più

27 Aprile 2018

La notizia della morte del Dj svedese Avicii, avvenuta venerdì 20 aprire a Muscat, in Oman, ha sconvolto fan e colleghi. Tim Bergling, questo il suo vero nome, non era soltanto il numero uno della dance, autore di successi come il tormentone “Wake Me Up” e  la struggente “Hey Brother”, ma era anche un ragazzo di 28 anni. La causa della morte non è stata dichiarata o resa nota, ma i commenti della famiglia fanno pensare al suicidio: «Non poteva più andare avanti. Voleva solo trovare un po ‘di pace». E poi: «Il nostro amato Tim era un’anima artistica e fragile alla ricerca di risposte a domande esistenziali. Un perfezionista ambizioso che ha sempre lavorato duramente, a un ritmo che l’ha portato a vivere uno stato di stress estremo».

Un carattere tormentato che il documentario Avicii: True Stories (disponibile su Netflix da ottobre del 2017), realizzato dall’amico Levan Tsikurishvili e frutto di quattro anni di riprese, ha cercato di raccontare, soprattutto registrando il periodo in cui, nel 2016, Avicii decise di interrompere le performance dal vivo a causa di gravi problemi al pancreas causati dall’alcolismo. Così racconta Tim: «Ho detto: “sto per morire”. L’ho detto tante volte. Non voglio più sentirmi dire che dovrei esibirmi ancora, non voglio neanche pensarci».

Il musicista si lamenta dello scarso supporto ricevuto nel momento in cui ha comunicato che non era più in grado di sostenere altri concerti. «Quando ho deciso di smettere di suonare in pubblico, mi aspettavo qualcosa di completamente diverso… mi aspettavo supporto, soprattutto considerando tutto quello che avevo attraversato. Ero stato molto sincero con le persone con cui lavoravo, con tutti quelli che mi conoscevano. Sapevano che avevo problemi di ansia, che ce l’avevo messa tutta per superarli. Non mi sarei mai aspettato che mi facessero pressione perché continuassi a esibirmi».

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