Quest'anno l'evento dedicato alla letteratura ha scelto gli spazi verdi di diverse città internazionali.
Anna Wintour ha annunciato che non sarà più la direttrice di Vogue America
Ma ovviamente non ha alcuna intenzione di smettere di lavorare: resterà global editorial director di Vogue e la global chief content officer di Condé Nast.

L’era di Anna Wintour alla direzione di Vogue America è finita, ma la sua influenza nella linea editoriale della testata rimarrà fortissima. Ad annunciare la fine della sua direzione è stata la stessa Wintour durante l’ultima riunione di redazione, precisando che non è stato ancora scelto il suo successore e che le selezioni sono aperte, come riportato da Fashionista. Era al comando dell’edizione statunitense della rivista dal 1988.
Il cambio alla conduzione di Vogue America la porterà forse a muoversi un po’ più dietro le quinte, ma non cancellerà la sua influenza su un mondo della moda. Nella stessa riunione in cui ha annunciato la fine della sua direzione ha anche precisato che manterrà tutti gli altri ruoli che attualmente ricopre in Condé Nast e in Vogue (sui giornali si sta parlando di una generica “diminuzione dei compiti”, espressione difficile da interpretare visto il personaggio a cui è riferita). Resterà la global editorial director di Vogue e la global chief content officer di Condé Nast. Tradotto: continuerà a supervisionare Vanity Fair, Wired, GQ, Architectural Digest, Bon Appétit e Condé Nast Traveler.
La domanda che si pongono tutti in questo momento è: chi sarà – soprattutto, chi avrà il coraggio – di prendere il suo posto alla direzione di Vogue? Come detto dalla stessa Wintour, al momento ancora la decisione non è stata presa, ma possiamo già dire che non ci sarà un vero e proprio successore. Fosse anche solo per il titolo che quest’ultimo avrà: head of editorial content, perché l’editor in chief, di nome o di fatto, sarà sempre lei. Lo si legge anche su Vogue: «Il nuovo head of editorial content della testata americana seguirà il lavoro quotidiano di tutte le piattaforme. La persona che ricoprirà questo ruolo risponderà direttamente a Wintour». Appunto.

Il weekend lungo dedicato alle collezioni maschili, sempre più ristretto e sempre meno affollato, racconta bene la bizzarra situazione della moda oggi, che sembra non voler più lanciare grandi messaggi ma nascondersi nei vestiti che produce. Segno di tempi complicati o irrilevanza?

I Guest Designer di questa edizione – Homme Plissé Issey Miyake, Niccolò Pasqualetti e Post Archive Faction – sono tre diversi esempi di come oggi i marchi, sia quelli con un heritage alle spalle che quelli di nuova generazione, provano a raccontarsi in un panorama sempre più difficile.