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Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.
Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia Le tracce sono comparse a sorpresa e sarebbero state ispirate da una vacanza italiana del musicista, intristito dalla pioggia autunnale.
Il sindaco di Pesaro si è dovuto scusare perché ha coperto di ghiaccio la statua di Pavarotti per far spazio a una pista di pattinaggio Ma ha pure detto che Pavarotti resterà "congelato" fino a dopo l'Epifania: spostare la statua o rimuovere la pista sarebbe troppo costoso.
Siccome erano alleati nella Seconda guerra mondiale, la Cina vuole che Francia e Regno Unito la sostengano anche adesso nello scontro con il Giappone Indispettita dalle dichiarazioni giapponesi su Taiwan, la diplomazia cinese chiede adesso si appella anche alle vecchie alleanze.
È morto Tom Stoppard, sceneggiatore premio Oscar che ha reso Shakespeare pop Si è spento a ottantotto anni uno dei drammaturghi inglesi più amati del Novecento, che ha modernizzato Shakespeare al cinema e a teatro.
La tv argentina ha scambiato Gasperini per il truffatore che si era travestito da sua madre per riscuoterne la pensione Un meme molto condiviso sui social italiani è stato trasmesso dal tg argentino, che ha scambiato Gasperini per il Mrs. Doubtfire della truffa.
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Aftersun è un film bellissimo ma fa molto male

Dal 6 gennaio è disponibile su Mubi l'esordio alla regia di Charlotte Wells ambientato negli anni Novanta, con Paul Mescal nel ruolo di un giovane padre in vacanza con la figlia.

06 Gennaio 2023

Intervistata dal Guardian, la regista scozzese Charlotte Wells, 35 anni, conferma che sì, la storia che racconta nel film è ispirata alla sua (lo spiega in questa lettera), ma a differenza della protagonista non possiede molti video di suo padre. L’unica cosa che le è rimasta è una registrazione di un’ora in cui giocano a scacchi, ma le loro teste sono fuori dall’inquadratura perché in quel momento la scacchiera sembrava la cosa più interessante da riprendere. «Penso che sia perfetto nel suo modo di essere orribilmente triste», commenta Wells ricordando quel video, dando una definizione che funziona benissimo anche per descrivere il suo esordio alla regia, Aftersun, giudicato il migliore film del 2022 dal Guardian e incluso in quasi tutte le liste dei migliori film dell’anno, disponibile su Mubi dal 6 gennaio. Wells ha costruito il film per fare in modo che sembri in parte girato da una telecamerina di quelle che si usavano negli anni ’90, utilizzata da Sophie, una ragazzina di undici anni, per documentare la sua vacanza in un mesto albergo tutto-incluso della Turchia insieme al padre trentenne, Calum. Che Aftersun sia un film bellissimo lo si capisce già dopo pochi minuti, dalla scena del viaggio in autobus per raggiungere l’albergo, con le luci della città che scorrono fuori e padre e figlia immersi nel buio e nel silenzio della notte. Per capire che è un film tristissimo ci vuole un po’ più di tempo.

Ci sono degli indizi: Calum ha un braccio rotto e uno sguardo malinconico, a un certo punto dice che è sorpreso di essere arrivato a 30 anni e che molto probabilmente non arriverà a 40. Ogni tanto si mette a fare delle mosse di tai chi, dando l’impressione che quei movimenti in qualche modo lo aiutino a sentirsi un po’ meglio. Sembra capire troppo bene cosa succede a sua figlia quando, alla fine di una bella giornata insieme, viene travolta da uno strano e improvviso sconforto, e dice che «le sue ossa non funzionano e si sente come se stesse affondando». Il film mostra lentamente sempre più dettagli, svelando piano piano la sofferenza interiore di Calum, finché non diventa evidente che questo giovane padre ha qualcosa che non va. Aftersun conferma l’incredibile talento di Paul Mescal, già evidente nello splendido adattamento di Normal People, nell’interpretare personaggi maschili così amorevoli, teneri e tristi che fa male guardarli. Soprattutto quando diventa chiaro che la vacanza a cui stiamo assistendo sarà l’ultimo ricordo che Sophie (Frankie Corio, al suo primo ruolo, bravissima anche lei), avrà di suo padre. Non è chiarissimo, è soltanto suggerito, ma il film lascia intendere che poco dopo la vacanza Calum sparisce, forse si suicida, di certo la figlia non lo vedrà mai più.

Quello a cui stiamo assistendo, quindi, è lo scorrere disordinato e frammentato dei ricordi di Sophie, ora trentenne e a sua volta madre, che cerca di ricostruire e, forse, capire, mettendo insieme uno dopo l’altro momenti di noia e minuscoli eventi apparentemente senza significato. In realtà è tutto molto più obliquo e misterioso di così, e chi guarda si ritrova pervaso da un dolore profondissimo che è difficile descrivere a parole: come ammette A. O. Scott sul New York Times, «è difficile trovare un linguaggio critico per spiegare la delicatezza e l’intimità di questo film. Forse perché Wells, con la precisione di un poeta lirico, sta quasi reinventando il linguaggio del cinema, sbloccando il suo potenziale dormiente di rivelare mondi interiori di coscienza e sentimento. Lei e il direttore della fotografia, Gregory Oke, prediligono composizioni che evocano l’asimmetria dei video amatoriali». Ma la recensione migliore che spiega quello che succede a livello emotivo l’ho letta su Letterboxd: «questo film ti taglia con una lama così affilata e delicata che non ti rendi nemmeno conto di essere stato aperto fino a quando non è già successo».

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