Hype ↓
05:52 domenica 12 ottobre 2025
Una streamer ha partorito in diretta su Twitch e il Ceo le ha scritto in chat durante la diretta per congratularsi con lei Durante il parto, Fandy ha continuato a interagire con gli spettatori nella chat, parlando tra una contrazione e l'altra e facendo pure delle battute.
Bret Easton Ellis ha stroncato Una battaglia dopo l’altra dicendo che è un film brutto e che piace solo perché è di sinistra Lo scrittore e sceneggiatore ha utilizzato il suo podcast per criticare quella che considera una reazione eccessiva dell'industria al film di Anderson
È uscito il primo trailer di Father Mother Sister Brother, il film con cui Jim Jarmusch ha vinto il Leone d’oro a Venezia Nelle sale americane lo distribuirà Mubi a partire dal 24 dicembre, in Italia invece lo porterà Lucky Red.
L’unico uomo ad aver fatto ricorso in appello nel processo Pelicot in secondo grado ha preso una pena più severa di quella presa in primo grado Husamettin Dogan era stato condannato a 9 anni nel primo processo. Alla fine di quello d'appello, la sua condanna è salita a 10 anni.
Tutti abbiamo visto la bandiera italiana che sventola nei festeggiamenti a Gaza, ma solo Tajani ha pensato che fosse un ringraziamento al governo Il ministro è l'unico che in quelle immagini ha visto un «segno di riconoscenza e gratitudine nei confronti di quello che ha fatto e farà l’Italia».
Il Nobel per la pace 2025 l’ha vinto la politica e attivista venezuelana María Corina Machado per la sua opposizione al regime di Maduro È una delle leader dell'opposizione venezuelana, da 15 anni contrasta il governo chavista capeggiato prima da Hugo Chávez e poi da Nicolás Maduro.
I marchi italiani di pasta sono sempre più spaventati dalla minaccia di Trump di imporre ai loro danni dei dazi del 92 per cento Se davvero entrassero in funzione, per tante aziende diventerebbe quasi impossibile vendere i loro prodotti sul mercato americano.
I fan sono entusiasti all’idea di vedere Saoirse Ronan e Paul Mescal che interpretano Paul e Linda McCartney nel biopic sui Beatles Secondo le indiscrezioni, l'attrice è stata scelta per interpretare Linda nella tetralogia sui Fab Four diretta da Sam Mendes.

Adele non può mentire

Dal dialogo con il figlio nell'album alla scena con la maestra delle medie, vogliamo continuare a pensare che sia tutto vero, come se lei fosse sempre quell'amica mezzosoprano che piagnucola sul divano insieme a noi.

25 Novembre 2021

Non deve essere una cosa facile essere una persona così famosa tanto che la tua canzone più nota è stata riprodotta soltanto su Spotify un miliardo e duecento milioni di volte. O meglio, immagino che alcune cose risultino piuttosto facili, più facili che per i comuni mortali almeno (per esempio far cambiare con un tweet le impostazioni di default della suddetta piattaforma di streaming, per tutti), ma certe altre molto meno. Una di queste presumo sia fare in modo che i fatti propri rimangano tali. Come impedire che tutto quello che succede diventi di dominio pubblico prima che tu abbia trovato il coraggio o le forze per dirlo anche solo a tua madre?
Le possibilità sono due: la prima è non parlare mai, con nessuno, non avere social, non fare interviste, non uscire di casa. Non essere famosi, insomma. Oppure si fa come Adele.

All’anagrafe Adele Laurie Blue Adkins, ha iniziato (ufficialmente) a 19 anni a raccontare attraverso i suoi dischi la sua vita, come in una sorta di feuilleton a puntate. Qualcosa che con il senno di poi sin dal principio era già composto, ordinato, con una forma chiara, a partire dalle copertine dei suoi dischi: sempre lei, sempre in primo piano, a scandire il tempo che passa. Una specie di album dove dietro ogni foto al posto di qualche nota, una data, un luogo, ci sono invece le canzoni che immortalano quel momento, quell’età, da sempre titolo dei suoi dischi. Una scelta artistica e comunicativa, con quel rigore tipico di quelli che sanno già dove sarebbero arrivati. Senza passi falsi. Come quei profili Instagram personali ma curati sin dal principio, hanno una linea editoriale ed estetica, dove non ci sono foto sceme di cui ti penti sei mesi dopo, #likeforlike.

Oppure si fa come Adele, appunto. Si racconta e si sceglie come e cosa raccontare. Nel suo profilo Instagram ci sono poco più di quattrocento foto, e nessuna ha a che fare con la sua vita privata, ma con le copertine dei dischi, dei magazine (per esempio le due cover di Vogue in contemporanea a novembre – UK e Usa – per lanciare il suo ultimo disco, 30), qualche backstage e qualche smorfia buffa. Per tutto il resto (controllare cosa si dice di lei in giro, lurkare, sbirciare tranquillamente account di interior design) si è aperta un account falso di Twitter e – ovviamente – un Finstagram.

Con Adele quasi subito è sembrato di avere a che fare con “una di noi”. Forse perché certe facce inglesi sono così common people, forse perché è autoironica, forse perché si disperava come ci siamo sempre disperati noi quando una storia non funziona, quando qualcuno ci tratta male o quando si ha nostalgia del passato, soltanto che con la sua voce l’effetto era decisamente migliore. Per quella canzone riprodotta un miliardo di volte, “Someone like you”, si è scomodata persino la scienza spiegando come mai non importa quante volte l’ascolti, ma ti verrà sempre più o meno da piangere.

Sono le sue canzoni, di cui lei scrive quasi sempre tutti i testi, a raccontare cosa stia succedendo nella sua vita, non servono le Instagram stories da influencer. I social e i famosi senza arte né parte ci hanno abituati ormai male, una volta si sapeva del dolore senza che ci fossero caption a spiegarcele. Quelli famosi erano gli artisti, e il dolore lo usavano per la loro arte, diciamo così. E per quanto con Adele si abbia a che fare con una macchina pop, commerciale, mainstream, il gioco, questa cosiddetta “arte”, regge. Forse è per questo che a tanti è quasi dispiaciuto quando nel 2020 è comparsa una sua foto in cui era visibilmente dimagrita (di 45 chili), senza quei suoi vestiti morbidi ma con un bikini e un contouring à la Kardashian. Ti farai le foto mezza nuda anche tu, Adele? Sei passata al lato oscuro del fitness e delle diete? Non ti dispererai più in cinquanta sfumature di foliage diretta dal tuo amico Xavier Dolan e farai pure tu i balletti e le coreografie? Ti preghiamo di non abbandonarci sul nostro divano con il nostro cuscino umidiccio di lacrime. Sembrava questo – insieme a del puro e sano rosicare – il sentimento prevalente davanti alla notizia di una Adele in forma smagliante. Per fortuna poi ha raccontato che stava comunque soffrendo, stava divorziando, che la sua vita continuava ad assomigliare a scalare una montagna e che stava finendo il suo nuovo album. Ci ha rassicurati che non l’abbiamo persa per sempre. Chissà poi perché se uno è magro non può soffrire e piagnucolare.

Adele ha raccontato della fine del suo matrimonio in qualche intervista ma soprattutto nel suo ultimo disco, 30, uscito lo scorso 19 novembre e presto diventato il disco più venduto in Usa e UK nel 2021. In quello che è il suo lavoro più ricco, maturo, solido e sfaccettato, ha scelto di raccontare – ovviamente – il dolore (ma anche la sua rinascita), addirittura inserendo un dialogo lacrimoso con il figlio Angelo nella terza traccia dell’album. Sarà costruito ma convince tutti e vogliamo pensare che sia tutto vero, sincero e autentico, come se Adele fosse sempre quell’amica mezzosoprano che piagnucola sul divano insieme a noi. Come l’incontro a sorpresa con la maestra durante le registrazioni di An Audience with Adele dello scorso 21 novembre. Se ce lo chiediamo sinceramente lo sappiamo che non può essere vero che Adele non sapesse che tra il pubblico ci fosse la sua maestra delle medie. Cioè, dai, ne parla con Emma Thompson e improvvisamente lei compare? Suvvia. Però quando Adele se la trova davanti, sul palco, e la abbraccia e piange calde lacrime che le scompongono il trucco, è magicamente tutto vero. E se qualcuno giustamente ci fa notare che potrebbe essere un pochino costruita, noi scrolliamo le spalle e ci tappiamo le orecchie perché certe cose non le vogliamo sentire. Adele non può mentire, ci racconta dei suoi dolori e ci accompagna con i suoi acuti intonatissimi e le vogliamo così bene che abbiamo imparato a gioire anche della sua magrezza. Se è tutto finto non svegliateci, non ce ne importa nulla, la realtà vera è certamente più brutta.

Articoli Suggeriti
Caterina Barbieri ha trasformato la Biennale Musica

La direttrice di quest'edizione, nome noto nel mondo della musica elettronica ma lontano da quello della classica contemporanea, cura un programma di grande cambiamento: ne abbiamo parlato con lei.

È uscito il primo trailer di Father Mother Sister Brother, il film con cui Jim Jarmusch ha vinto il Leone d’oro a Venezia

Nelle sale americane lo distribuirà Mubi a partire dal 24 dicembre, in Italia invece lo porterà Lucky Red.

Leggi anche ↓
Caterina Barbieri ha trasformato la Biennale Musica

La direttrice di quest'edizione, nome noto nel mondo della musica elettronica ma lontano da quello della classica contemporanea, cura un programma di grande cambiamento: ne abbiamo parlato con lei.

È uscito il primo trailer di Father Mother Sister Brother, il film con cui Jim Jarmusch ha vinto il Leone d’oro a Venezia

Nelle sale americane lo distribuirà Mubi a partire dal 24 dicembre, in Italia invece lo porterà Lucky Red.

La nuova mostra di Nan Goldin ci ricorda che per lei l’arte è una battaglia dopo l’altra

Tra intimità, memoria e attivismo: negli spazi di Pirelli HangarBicocca di Milano il più grande corpus di slideshow mai riunito dall’artista invita a ripensare il legame tra immagine e vita, prima che sia troppo tardi.

László Krasznahorkai ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2025

Lo scrittore ungherese, 71 anni, è stato premiato «per la sua opera trascinante e visionaria, capace, in un'epoca di terrori apocalittici, di riaffermare il potere dell'arte».

Dopo il successo al cinema di Le città di pianura, su Mubi arriva l’opera prima di Francesco Sossai, Altri cannibali

È un horror, parla di cannibali (ovviamente) e finora era stato praticamente introvabile a causa della mancata uscita nelle sale.

di Studio
Nel film di Tre ciotole si sente la voce di Michela Murgia, ma c’è anche molto altro

Giovedì 9 ottobre arriva nelle sale l'adattamento dell'ultimo libro di Michela Murgia, Tre ciotole, diretto da Isabel Coixet, con protagonisti Alba Rohrwacher ed Elio Germano.