Hype ↓
19:20 mercoledì 12 novembre 2025
È uscito il primo trailer di Marty Supreme, il film sul ping pong con cui Timothée Chalamet punta a vincere l’Oscar Il film di Josh Safdie è stato accolto con entusiasmo dalla critica e il suo protagonista è già lanciatissimo verso la statuetta per il Miglior attore. 
Da oggi scatta il blocco ai siti porno per i minorenni, solo che al momento non è bloccato niente Dal 12 novembre i portali per adulti devono controllare l'età degli utenti con un sistema esterno e anonimo, che però non è ancora operativo.
È morto Homayoun Ershadi, leggendario attore iraniano che Abbas Kiarostami scoprì a un semaforo Il suo ruolo ne Il sapore della ciliegia lanciò una carriera iniziata per caso: nonostante il successo, non si è mai sentito un vero attore.
Papa Leone XIV ha rivelato i suoi quattro film preferiti e tra questi non ci sono né ConclaveThe Young Pope E neanche Habemus Papam e I due Papi né nessun altro film che parli di Papi.
Hbo ha annunciato che V per Vendetta tornerà, stavolta come serie tv Del progetto al momento si sa pochissimo, ma è già stato confermato James Gunn nel ruolo di produttore esecutivo.
Le aziende di Big Tech stanno investendo nella creazione di neonati “di design”, cioè geneticamente modificati I miliardari della Silicon Valley hanno deciso che quello di cui l'umanità ha bisogno è una formula per creare “neonati potenziati”.
Secondo il presidente della COP30 i Paesi ricchi dovrebbero tutti prendere lezioni di ambientalismo dalla Cina André Corrêa do Lago ha detto che la Cina, uno dei tre maggiori inquinatori al mondo, è l'esempio che il resto del mondo dovrebbe seguire.
Prima di essere scarcerato, Sarkozy si è vantato su Instagram di tutte le lettere che stava ricevendo in carcere Un reel sull'Instagram dell'ex Presidente mostra le tante lettere, regali e cartoline inviategli dai sostenitori. Lui ha promesso che risponderà a tutti.

Adele non può mentire

Dal dialogo con il figlio nell'album alla scena con la maestra delle medie, vogliamo continuare a pensare che sia tutto vero, come se lei fosse sempre quell'amica mezzosoprano che piagnucola sul divano insieme a noi.

25 Novembre 2021

Non deve essere una cosa facile essere una persona così famosa tanto che la tua canzone più nota è stata riprodotta soltanto su Spotify un miliardo e duecento milioni di volte. O meglio, immagino che alcune cose risultino piuttosto facili, più facili che per i comuni mortali almeno (per esempio far cambiare con un tweet le impostazioni di default della suddetta piattaforma di streaming, per tutti), ma certe altre molto meno. Una di queste presumo sia fare in modo che i fatti propri rimangano tali. Come impedire che tutto quello che succede diventi di dominio pubblico prima che tu abbia trovato il coraggio o le forze per dirlo anche solo a tua madre?
Le possibilità sono due: la prima è non parlare mai, con nessuno, non avere social, non fare interviste, non uscire di casa. Non essere famosi, insomma. Oppure si fa come Adele.

All’anagrafe Adele Laurie Blue Adkins, ha iniziato (ufficialmente) a 19 anni a raccontare attraverso i suoi dischi la sua vita, come in una sorta di feuilleton a puntate. Qualcosa che con il senno di poi sin dal principio era già composto, ordinato, con una forma chiara, a partire dalle copertine dei suoi dischi: sempre lei, sempre in primo piano, a scandire il tempo che passa. Una specie di album dove dietro ogni foto al posto di qualche nota, una data, un luogo, ci sono invece le canzoni che immortalano quel momento, quell’età, da sempre titolo dei suoi dischi. Una scelta artistica e comunicativa, con quel rigore tipico di quelli che sanno già dove sarebbero arrivati. Senza passi falsi. Come quei profili Instagram personali ma curati sin dal principio, hanno una linea editoriale ed estetica, dove non ci sono foto sceme di cui ti penti sei mesi dopo, #likeforlike.

Oppure si fa come Adele, appunto. Si racconta e si sceglie come e cosa raccontare. Nel suo profilo Instagram ci sono poco più di quattrocento foto, e nessuna ha a che fare con la sua vita privata, ma con le copertine dei dischi, dei magazine (per esempio le due cover di Vogue in contemporanea a novembre – UK e Usa – per lanciare il suo ultimo disco, 30), qualche backstage e qualche smorfia buffa. Per tutto il resto (controllare cosa si dice di lei in giro, lurkare, sbirciare tranquillamente account di interior design) si è aperta un account falso di Twitter e – ovviamente – un Finstagram.

Con Adele quasi subito è sembrato di avere a che fare con “una di noi”. Forse perché certe facce inglesi sono così common people, forse perché è autoironica, forse perché si disperava come ci siamo sempre disperati noi quando una storia non funziona, quando qualcuno ci tratta male o quando si ha nostalgia del passato, soltanto che con la sua voce l’effetto era decisamente migliore. Per quella canzone riprodotta un miliardo di volte, “Someone like you”, si è scomodata persino la scienza spiegando come mai non importa quante volte l’ascolti, ma ti verrà sempre più o meno da piangere.

Sono le sue canzoni, di cui lei scrive quasi sempre tutti i testi, a raccontare cosa stia succedendo nella sua vita, non servono le Instagram stories da influencer. I social e i famosi senza arte né parte ci hanno abituati ormai male, una volta si sapeva del dolore senza che ci fossero caption a spiegarcele. Quelli famosi erano gli artisti, e il dolore lo usavano per la loro arte, diciamo così. E per quanto con Adele si abbia a che fare con una macchina pop, commerciale, mainstream, il gioco, questa cosiddetta “arte”, regge. Forse è per questo che a tanti è quasi dispiaciuto quando nel 2020 è comparsa una sua foto in cui era visibilmente dimagrita (di 45 chili), senza quei suoi vestiti morbidi ma con un bikini e un contouring à la Kardashian. Ti farai le foto mezza nuda anche tu, Adele? Sei passata al lato oscuro del fitness e delle diete? Non ti dispererai più in cinquanta sfumature di foliage diretta dal tuo amico Xavier Dolan e farai pure tu i balletti e le coreografie? Ti preghiamo di non abbandonarci sul nostro divano con il nostro cuscino umidiccio di lacrime. Sembrava questo – insieme a del puro e sano rosicare – il sentimento prevalente davanti alla notizia di una Adele in forma smagliante. Per fortuna poi ha raccontato che stava comunque soffrendo, stava divorziando, che la sua vita continuava ad assomigliare a scalare una montagna e che stava finendo il suo nuovo album. Ci ha rassicurati che non l’abbiamo persa per sempre. Chissà poi perché se uno è magro non può soffrire e piagnucolare.

Adele ha raccontato della fine del suo matrimonio in qualche intervista ma soprattutto nel suo ultimo disco, 30, uscito lo scorso 19 novembre e presto diventato il disco più venduto in Usa e UK nel 2021. In quello che è il suo lavoro più ricco, maturo, solido e sfaccettato, ha scelto di raccontare – ovviamente – il dolore (ma anche la sua rinascita), addirittura inserendo un dialogo lacrimoso con il figlio Angelo nella terza traccia dell’album. Sarà costruito ma convince tutti e vogliamo pensare che sia tutto vero, sincero e autentico, come se Adele fosse sempre quell’amica mezzosoprano che piagnucola sul divano insieme a noi. Come l’incontro a sorpresa con la maestra durante le registrazioni di An Audience with Adele dello scorso 21 novembre. Se ce lo chiediamo sinceramente lo sappiamo che non può essere vero che Adele non sapesse che tra il pubblico ci fosse la sua maestra delle medie. Cioè, dai, ne parla con Emma Thompson e improvvisamente lei compare? Suvvia. Però quando Adele se la trova davanti, sul palco, e la abbraccia e piange calde lacrime che le scompongono il trucco, è magicamente tutto vero. E se qualcuno giustamente ci fa notare che potrebbe essere un pochino costruita, noi scrolliamo le spalle e ci tappiamo le orecchie perché certe cose non le vogliamo sentire. Adele non può mentire, ci racconta dei suoi dolori e ci accompagna con i suoi acuti intonatissimi e le vogliamo così bene che abbiamo imparato a gioire anche della sua magrezza. Se è tutto finto non svegliateci, non ce ne importa nulla, la realtà vera è certamente più brutta.

Articoli Suggeriti
È uscito il primo trailer di Marty Supreme, il film sul ping pong con cui Timothée Chalamet punta a vincere l’Oscar

Il film di Josh Safdie è stato accolto con entusiasmo dalla critica e il suo protagonista è già lanciatissimo verso la statuetta per il Miglior attore. 

È morto Homayoun Ershadi, leggendario attore iraniano che Abbas Kiarostami scoprì a un semaforo

Il suo ruolo nel Sapore della ciliegia lanciò una carriera iniziata per caso: nonostante il successo, non si è mai sentito un vero attore.

Leggi anche ↓
È uscito il primo trailer di Marty Supreme, il film sul ping pong con cui Timothée Chalamet punta a vincere l’Oscar

Il film di Josh Safdie è stato accolto con entusiasmo dalla critica e il suo protagonista è già lanciatissimo verso la statuetta per il Miglior attore. 

È morto Homayoun Ershadi, leggendario attore iraniano che Abbas Kiarostami scoprì a un semaforo

Il suo ruolo nel Sapore della ciliegia lanciò una carriera iniziata per caso: nonostante il successo, non si è mai sentito un vero attore.

Il nuovo libro di Olivia Laing è un Mr. Ripley con dentro Fellini e Pasolini

In Specchio d'argento, il secondo romanzo di una delle voci più riconoscibili della non fiction contemporanea, Roma e Cinecittà si trasformano in terre dell’illusione, dove tutti stanno fingendo qualcosa.

Hbo ha annunciato che V per Vendetta tornerà, stavolta come serie tv

Del progetto al momento si sa pochissimo, ma è già stato confermato James Gunn nel ruolo di produttore esecutivo.

C2C Festival 2025 è stato la rinascita di un culto

Per Aspera Ad Astra, la prima edizione senza il fondatore e direttore Sergio Ricciardone, è stata un atto d’amore collettivo. Un racconto di assenza e di ritorno, di comunità e di meraviglia.

I giurati del Booker Prize hanno detto di aver premiato Nella carne di David Szalay perché «non abbiamo mai letto niente del genere»

Già pubblicato in Italia da Adelphi, il romanzo di Szalay si conferma così, ancora una volta, uno dei libri dell'anno.