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Dopo il caso degli accoltellamenti sul treno, in Inghilterra vorrebbero installare nelle stazioni i metal detector come negli aeroporti
Ma la ministra dei Trasporti Heidi Alexander ha già fatto sapere che la cosa renderà «un inferno» la vita dei passeggeri.
Nel prossimo futuro prendere un treno ad alta velocità nel Regno Unito potrebbe essere un’esperienza molto simile a prendere un aereo. Se la linea dura in materia di sicurezza dei trasporti ferroviari avrà la meglio, potrebbero venire installati metal detector in tutte le stazioni del Paese, a partire da quelle in cui passano i treni dell’alta velocità. A riportare nel dibattito pubblico questa proposta sono stati gli accoltellamenti avvenuti nella serata di sabato 1 novembre su un treno che viaggiava tra Doncaster, nell’Inghilterra centrale, e Londra. Il bilancio di 11 feriti avrebbe potuto essere ancora più grave senza l’intervento di un membro dello staff, intervenuto per proteggere i passeggeri e che adesso si trova ricoverato in ospedale, in condizioni ancora gravi ma per fortuna stabili. Per quanto riguarda il presunto colpevole, al momento sappiamo soltanto che la polizia ha arrestato il 32enne Anthony Williams per dieci tentati omicidi. Il movente di questi tentati omicidi non è ancora stato scoperto ma le autorità escludono si sia trattato di un attentato terroristico.
La ministra dei Trasporti, Heidi Alexander, ha dichiarato al Guardian che i metal detector rimangono comunque l’ultima risposta possibile al problema sicurezza nelle stazioni. A fronte di un controllo capillare dei passeggeri, la loro installazione comporterebbe una marea di problemi logistici. Le stazioni coinvolte nella rete dell’alta velocità sono migliaia e, a differenza degli aeroporti, hanno ingressi multipli. Dotarli tutti di metal detector avrebbe costi proibitivi e renderebbe la situazione un vero inferno per i viaggiatori, costretti a lunghi controlli ai varchi: «Abbiamo migliaia di stazioni ferroviarie in tutto il Regno Unito, e queste stazioni hanno più ingressi e più banchine. Quello che non possiamo fare è rendere la vita impossibile a tutti, ma dobbiamo adottare misure sensate e proporzionate per rendere sicura la rete di trasporto pubblico.»
Il problema però, sembrano suggerire le dichiarazioni di Alexander, è a monte, nella percezione stessa della sicurezza sui mezzi di trasporto. Dopo eventi come quello di Huntingdon l’opinione pubblica risulta ovviamente (e giustamente) ipersensibile alla questione, ma le statistiche attestano come in generale il treno sia uno dei mezzi più sicuri da utilizzare: si registrano a bordo e nelle stazioni 27 crimini ogni milione di passeggeri. L’attentato delle scorse ore, inoltre, è un evento difficile da prevedere: come detto, stando alle prime ricostruzioni non si tratterebbe di terrorismo ma di un assalitore con gravi disturbi mentali.