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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Possibile che i video dell’amministrazione Trump siano così brutti?

09 Giugno 2017

«Tonalità di giallo. Illuminazione scarsa. Citazioni con una punteggiatura strana in font casuali. Immagini stretchate e pixelate»: The Outline ha dedicato un pezzo di approfondimento a uno dei problemi più urgenti che riguardano l’amministrazione Trump, cioè l’estetica dei contenuti che diffonde online. Se durante gli anni di Obama alla Casa Bianca ogni immagine e video postato seguiva «un linguaggio coerente sotto il profilo del design», oggi milioni di americani devono fare i conti con produzioni simil-amatoriali «che sembrano montaggi di video delle vacanze fatti con iMovie».

Gli esempi, in tal senso, si sprecano: lo scorso aprile Trump ha twittato un video che celebrava il rientro in patria di Aya Hijazi, una volontaria egiziana-americana rilasciata dopo un periodo di detenzione da innocente nelle carceri dell’Egitto. La clip inizia con la canzone patriottica “God Bless the USA” su un’animazione stock della bandiera americana al vento, seguita dallo scrolling di un articolo del Washington Post che sottolinea il ruolo della Casa Bianca nella liberazione e quindi – dopo una serie di immagini presentate in sequenza con un effetto zoom, quest’ultimo tipico degli Trump Studios – una scritta «welcome home» a caratteri cubitali in bassissima risoluzione.

L’effetto epidermico dei video postati dal presidente degli Stati Uniti è di un cheap particolarmente scontato: è così anche per una clip che di recente metteva insieme, senza il minimo editing stilistico, ritagli di interviste e telegiornali per difendere Trump dalle accuse seguite al licenziamento del direttore del Fbi Comey, o per quella, ugualmente brutta, che celebrava l’incontro del commander-in-chief coi leader delle associazioni dell’autotrasporto americano. Senza contare che, poi, spesso questi video hanno anche seri problemi di contenuti: per salutare l’ex premier irlandese, The Donald ha twittato una produzione che terminava con l’immagine di un quadrifoglio, che poco ha a che vedere col simbolo dell’Irlanda, il trifoglio. Secondo qualcuno, questa, come dire, autenticità, fa il gioco dell’amministrazione in carica, avvicinandola ai suoi supporter. «Quando lucidi tutto e rendi ogni cosa perfetta, la gente non la vuole più», ha detto Paul Berry, ex Cto dell’Huffington Post, a The Outline.

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