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12:07 mercoledì 14 maggio 2025
La cerimonia d’apertura di Cannes si è conclusa con Quentin Tarantino che è impazzito Prima si è messo a urlare, poi si è esibito in un plateale mic drop.
Per la prima volta nella storia dell’Eurovision, in finale ci saranno tre canzoni in italiano A Lucio Corsi e la sua "Volevo essere un duro" si sono uniti Gabry Ponte con "Tutta l'Italia" e Tommy Cash con "Espresso macchiato".
Milano ha respinto il convegno sulla remigrazione organizzato dall’estrema destra Era in programma il 17 maggio ma a causa delle proteste gli organizzatori sono stati costretti ad annullare e remigrare altrove.
Anche quest’anno all’Eurovision sta succedendo un casino attorno alla cantante israeliana Proteste, denunce, tentativi di boicottaggio, minacce, fischi veri e registrati: per Yuval Raphael l'Eurovision è iniziato così.
Cosa ha detto il primo testimone sentito nel processo contro Diddy Il rapper è accusato, tra le altre cose, di sfruttamento della prostituzione in un processo appena iniziato a New York.
Gérard Depardieu è stato condannato per violenza sessuale Diciotto mesi, con pensa sospesa, per violenze ai danni di due donne durante le riprese del film Les Volets Verts, nel 2021.
Il Festival di Cannes ha vietato il naked dress «per motivi di decoro» E pure le tote bag, gli zaini e i borsoni grossi, sul red carpet e in tutti gli spazi dell'evento.
L’Eliseo è stato costretto a smentire il fatto che Macron stesse tirando cocaina con Merz e Starmer Fake news diffusa su Telegram anche dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

Vocabolario minimo del trumpismo

10 Marzo 2017

Il presidente Donald Trump e i suoi consiglieri hanno stravolto Washington (e il mondo) sotto diversi punti di vista, uno dei quali riguarda il linguaggio: Stephen Bannon, Stephen Miller e gli altri sono portavoce di una retorica nazionalista e populista inedita per i palazzi del potere americano, e il Washington Post ha provato a comporre un glossario dei loro termini prediletti, provenienti dal vocabolario dell’estrema destra e dell’estrema sinistra. Ne abbiamo ripresi tre.

Nazionalismo economico – Sia Bannon che Miller hanno descritto le politiche trumpiane in riferimento al nazionalismo economico: uscita dai trattati internazionali, opposizione alla libera circolazione delle merci con un ritorno a un protezionismo de facto, che punti tramite tasse a dazi a far tornare in America le aziende americane delocalizzate all’estero (con relativa crescita di posti di lavoro sul suo americano). La maggior parte degli economisti ha un’idea negativa di questa prospettiva, e sostiene che, più che alla globalizzazione, la crisi dei posti di lavoro è da attribuire all’automazione tecnologica.

Donald Trump Holds Campaign Rally In Warren, Michigan

Nemici del popolo – Dall’antica Roma alle purghe staliniane, la definizione di “nemici del popolo” ha aiutato dittatori e corpi rivoluzionari a indicare un settore della popolazione a cui addossare le colpe dello status quo, e quindi spesso da epurare. Nato nella Russia postrivoluzionaria, Vladi­mir Lenin usò il termine per perseguitare i suoi avversari politici, «proprietari terrieri e capitalisti» nelle sue stesse parole; già nel 1956 Chruscev lo proibì, spiegando che era stato «introdotto specificamente per l’obiettivo di eliminare fisicamente» le persone sgradite.

Corporativista – Per quanto i suoi consiglieri e i suoi supporter siano fermamente convinti del fatto che Trump sia un nemico pugnace delle corporation, durante la sua lunga carriera da imprenditore impegnato in politica, il miliardario ha difeso più e più volte provvedimenti come sussidi pubblici alle imprese. Prima di lui, sia a destra che a sinistra, il titolo è stato usato per posizionarsi in antitesi a personaggi politici visti – o caricaturati – come al soldo del capitale e dei profitti economici: il trattamento è toccato sia a George W. Bush che a Barack Obama. Nel glossario trumpista, è un modo per opporsi alle politiche di delocalizzazione che creano lavoro all’estero. «Il corporativismo una volta era un sinonimo di America», ha detto al Washington Post un membro senior dell’amministrazione; «ma poi è arrivata la globalizzazione, e le corporation hanno smesso di coincidere col Paese».

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