Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Vocabolario minimo del trumpismo

Il presidente Donald Trump e i suoi consiglieri hanno stravolto Washington (e il mondo) sotto diversi punti di vista, uno dei quali riguarda il linguaggio: Stephen Bannon, Stephen Miller e gli altri sono portavoce di una retorica nazionalista e populista inedita per i palazzi del potere americano, e il Washington Post ha provato a comporre un glossario dei loro termini prediletti, provenienti dal vocabolario dell’estrema destra e dell’estrema sinistra. Ne abbiamo ripresi tre.
Nazionalismo economico – Sia Bannon che Miller hanno descritto le politiche trumpiane in riferimento al nazionalismo economico: uscita dai trattati internazionali, opposizione alla libera circolazione delle merci con un ritorno a un protezionismo de facto, che punti tramite tasse a dazi a far tornare in America le aziende americane delocalizzate all’estero (con relativa crescita di posti di lavoro sul suo americano). La maggior parte degli economisti ha un’idea negativa di questa prospettiva, e sostiene che, più che alla globalizzazione, la crisi dei posti di lavoro è da attribuire all’automazione tecnologica.

Nemici del popolo – Dall’antica Roma alle purghe staliniane, la definizione di “nemici del popolo” ha aiutato dittatori e corpi rivoluzionari a indicare un settore della popolazione a cui addossare le colpe dello status quo, e quindi spesso da epurare. Nato nella Russia postrivoluzionaria, Vladimir Lenin usò il termine per perseguitare i suoi avversari politici, «proprietari terrieri e capitalisti» nelle sue stesse parole; già nel 1956 Chruscev lo proibì, spiegando che era stato «introdotto specificamente per l’obiettivo di eliminare fisicamente» le persone sgradite.
Corporativista – Per quanto i suoi consiglieri e i suoi supporter siano fermamente convinti del fatto che Trump sia un nemico pugnace delle corporation, durante la sua lunga carriera da imprenditore impegnato in politica, il miliardario ha difeso più e più volte provvedimenti come sussidi pubblici alle imprese. Prima di lui, sia a destra che a sinistra, il titolo è stato usato per posizionarsi in antitesi a personaggi politici visti – o caricaturati – come al soldo del capitale e dei profitti economici: il trattamento è toccato sia a George W. Bush che a Barack Obama. Nel glossario trumpista, è un modo per opporsi alle politiche di delocalizzazione che creano lavoro all’estero. «Il corporativismo una volta era un sinonimo di America», ha detto al Washington Post un membro senior dell’amministrazione; «ma poi è arrivata la globalizzazione, e le corporation hanno smesso di coincidere col Paese».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.