Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
La scrittrice al Festival
Diario da Sanremo, parte III: incontro e intervista con Silvia Avallone, scrittrice e – per il Festival – membro della "giuria di qualità" (e affascinata da Gaga e Lorde, dice).

Silvia Avallone è una persona molto cortese, forse un po’ timida, con le idee chiare. Silvia Avallone ha scritto due romanzi, due di quelli che si definiscono “grandi successi editoriali”, e con questi (soprattutto con il primo, Acciaio: il secondo, Marina Bellezza è uscito alla fine dell’anno scorso) ha vinto diversi premi importanti che elencare qui sarebbe un po’ prolisso, ma lei comunque li ha vinti ed è stata tradotta in un sacco di Paesi. In passato, ad una di queste premiazioni, è incappata nell’ineleganza di un conduttore famoso, ma lei ha sorriso e la brutta figura l’ha fatta lui.
Silvia Avallone sta arrivando a Sanremo perché quest’anno fa parte della “giuria di qualità”: un organismo che – per farla veloce – ha un ruolo importante, perché nella fase finale avrà un peso non da poco per stabilire la classifica del Festival. La giuria di qualità la presiede il regista Paolo Virzì, e con la Avallone ne fanno parte anche Giorgia Surina, Silvio Orlando, Paolo Jannacci, l’editore musicale Piero Maranghi, Aldo Nove, Lucia Ocone, Rocco Tanica e la violinista Anna Tifu.
Da Silvia Avallone ti aspetteresti precisione, e infatti lei precisa lo è: accenna un “buonasera” dandoti del lei, accetta il tu, e poi, garbata ma sicura, risponde alle domande.
Francesco Caldarola: La scrittrice al Festival.
Silvia Avallone: (ride) Beh, se dicessi che me l’aspettavo..
FC: Come ha funzionato? Ti ha chiamato Virzí?
SA: No, la redazione del Festival, ha fatto tutto la redazione. Figurati io..ma ho risposto subito sì, mi è sembrata una cosa divertente.
FC: Ma scusa: tu il Festival lo guardi?
SA: Certo!
FC: Figurati se dicevi il contrario.
SA: No, davvero. Credimi, a me la musica piace.
FC: Ma tipo?
SA: Sono affascinata dalle icone: Rihanna, Lady Gaga, Lorde…
FC: Ah, vedi?!
SA: Sì, le guardo e mi chiedo quale dolore umano possa stare dietro queste visibilità imponenti, ne resto affascinata.
FC: Accidenti.
SA: Sì, credimi, è così. Anche dal Festival sono affascinata: mi chiedo come possa calamitare queste attenzioni, come continui ad essere l’appuntamento nazionale per antonomasia.
FC: La protagonista di Marina Bellezza vuole vincere il Festival.
SA: Ci ho pensato subito quando mi hanno telefonato: ho pensato al potere dei libri, dei personaggi. Diciamo così: ci vado un po’ anche per lei, se lo merita.
FC: Acciaio invece parla di realtà operaia. E operai erano anche i due che hanno minacciato di buttarsi dalla galleria la prima sera.
SA: Sì, sono rimasta molto colpita. Guarda: io scrivo sempre per reazione al momento storico.
FC: E che momento era quando scrivevi?
SA: Il lavoro sembrava fosse dimenticato, era il 2008. Ora invece tutti i giorni ascoltiamo dei bollettini di guerra, la realtà ha rotto gli argini.
FC: Nel secondo libro, invece, guardi avanti, cerchi soluzioni, vie d’uscita.
SA: Provo a raccontare il coraggio disperato di chi ce la vuole fare.
FC: Una protagonista vuole andare a X-Factor, l’altro in malga.
SA: Sì, sono pionieri, esempi: una della visibilità e l’altro dell’invisibilità.
FC: Sei un’intellettuale, una scrittrice famosa.
SA: No, guarda: io sono una che ha scritto due libri.
FC: Due libri di successo, che ti impongono un ruolo. Anche una missione, te la senti?
SA: No, io interpreto questo ruolo, se davvero c’è, in modo votato alla libertà, non alla militanza.
FC: È una critica a chi è militante?
SA: No, figurati, ma io testimonio con le mie storie, ho un’idea etica del mio lavoro.
FC: Modelli?
SA: Mah, tanti. Pasolini, la Morante..
FC: Pasolini si schierava.
SA: Sì, ma col coraggio di rivedersi, di mettersi in discussione.
FC: Ripeto: Pasolini si schierava.
SA: Ma certo, anche io non ho un’idea della cultura come mondo a sé. Ad esempio mi piace andare nelle scuole, ascoltare le testimonianze, le storie, la vita.
FC: Masterpiece secondo te è un mondo a sé?
SA: No, io penso che sia prezioso ogni sforzo per ribadire l’importanza della lettura.
FC: E lo guardi?
SA: Certo, ci sono anche stata!
FC: Hai 30 anni, hai successo, sei impegnata ma non ideologica: sei renziana?
SA: (ride) Posso dire giudizio sospeso?
FC: Diciamolo.
Nell’immagine, frame video degli Statuto al Festival, 1992.

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