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07:37 martedì 16 settembre 2025
A Lampedusa sono arrivati tre immigrati palestinesi a bordo di una moto d’acqua I tre hanno usato ChatGPT per pianificare la rocambolesca fuga verso l’Europa, seminando le motovedette tunisine per arrivare in Italia.
Il concerto in Vaticano per il compleanno del Papa è stato uno degli show più assurdi di sempre La collabo Bocelli-Pharrell, i Clipse primi rapper a esibirsi in Vaticano, i droni del fratello di Musk, lo streaming su Disney+ e la diretta su Tv2000: è successo davvero.
L’ultima tappa della Vuelta di Spagna è stata annullata perché 100 mila manifestanti pro Palestina hanno invaso le strade A causa delle proteste non c'è stata nessuna cerimonia di premiazione, niente passerella finale e né festeggiamenti ufficiali.
Javier Bardem si è presentato con la kefiah al collo sul red carpet degli Emmy L’attore spagnolo ha chiesto la fine del blocco agli aiuti umanitari, guidando una folta schiera di star che hanno parlato della Palestina agli Emmy.
Non se lo aspettava nessuno ma quest’anno agli Emmy è andato tutto per il verso giusto Adolescence, The Pitt, Hacks, The Studio, Severance: tutte le serie più amate e discusse dell'anno hanno vinto.
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.

Obama e Kabul, in tre frasi

01 Luglio 2011

Ending the surge, not the war” – ovvero: no, non è un ritiro dall’Afghanistan.
Zaid Jilani, ThinkProgress

Parliamo di numeri. Obama ha annunciato il ritiro dall’Afghanistan di 33 mila soldati entro la fine del 2012. E l’annuncio, arrivato mentre oltre la metà degli americani vorrebbe un ritiro immediato di tutte le truppe, è stato accolto come l’inizio della fine di una guerra sempre più impopolare.
Ma i numeri raccontano un’altra storia: nel corso del suo mandato, Obama ha ordinato due “surge,” due massicci rafforzamenti del contingente stanziato in Afghanistan. La prima di 17 mila uomini, la seconda di 30 mila. Ora, non bisogna essere dei geni matematici per capire che se un presidente prima aumenta la presenza militare di 47 mila unità e poi ne ritira 33 mila, il bilancio finale è che comunque in Afghanistan rimangono più soldati rispetto all’amministrazione precedente. Think Progress, il think tank progressista di cui vi avevamo già parlato per tutt’altri motivi, ha fatto due conti. Risultato? Alla fine del “grande ritiro” appena annunciato da Obama, rimarranno in Afghanistan 65 mila soldati americani.
Ah, è una cifra che supera di gran lunga la presenza militare Usa a Kabul in ogni singolo momento delle due amministrazioni Bush.

The best Obama can do is mitigate the damage” – ovvero: no, non è una novità. È una mossa telefonata con due anni di anticipo (pessima idea), ora limitiamo i danni.
Paul D. Miller su Foreign Policy

Facciamo un passo indietro al 2009. Quando Obama, in un celebre discorso a West Point, ha annunciato la seconda “surge” di cui vi raccontavamo sopra, quella di 30 mila unità. Ebbene, già in quell’occasione il presidente anticipò che l’idea era di avviare un ritiro nel luglio di questo anno (cioè adesso).
Ebbene, Paul D Miller, analista di Foreign Policy, fa notare non solo che si tratta di un ritiro largamente anticipato, ma anche che “telefonare” una mossa del genere con un preavviso di ben due anni non è stata una buona idea dal punto di vista strategico, “perché ha fornito ai talebani l’incentivo di aspettare che ce ne andassimo.” Tradotto: il nemico sa che cominci a smantellare il giorno tot, risparmia le energie e, presumibilmente, prepara la grande controffensiva per quando avrai le spalle più scoperte. Il che poi è il problema con tutte le tabelle di marcia per una exit strategy. Conclusione? Secondo Miller, tutto quello che Obama può fare è “limitare i danni”, facendo capire agli americani che “la stabilità in Afghanistan è importante e possibile, ma che richiede pazienza.”

Voglio che quei soldati tornino a casa non in base a ragioni politiche, non in base a ragioni economiche, bensì sulla base delle condizioni sul campo” – Ovvero: appunto, parliamo di stabilità.
Mitt Romney, candidato alle primarie repubblicane

Costa un po’ ammetterlo, ma Mitt Romney ha detto la cosa giusta al momento giusto. L’annuncio del ritiro delle truppe – scusate, della riduzione delle truppe aumentate grazie alla “surge” – sembra dettato più da ragioni politiche ed economiche che dalle condizioni sul campo. I soldi sono pochi, le presidenziali si avvicinano, senza contare che c’è quella promessa, fatta nel 2009, da mantenere… nessuno può biasimare Obama se si sente in dovere di portare 33 mila ragazzi a casa.
Ma se è vero quello che si legge sulla stampa internazionale circa il malumore dei generali, in Afghanistan non esistono ancora le condizioni per cominciare i remi in barca. È vero, Osama bin Laden è stato eliminato, ma i vertici militari sostengono che per indebolire seriamente al-Qaeda e alleati serve almeno un altro anno. Poi, come faceva notare Miller, i talebani erano stati avvisati, è da due anni ormai che sanno che un ritiro ci sarebbe stato. Forse la guerra di guerriglia, quella vera, deve ancora cominciare.

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