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10:23 giovedì 10 luglio 2025
Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".
La novità più vista su Netflix è un documentario su una nave da crociera coi bagni intasati Si intitola Trainwreck: Poop Cruise, è in cima alla classifica negli Stati Uniti ed è popolarissimo anche nel resto del mondo.
Al Festival di Locarno verrà presentato Mektoub, My Love: Parte Due di Abdellatif Kechiche, il film che nessuno ha mai voluto proiettare È già il titolo più atteso del concorso, che andrà a completare una trilogia scandalosa e travagliatissima, e sicuramente scatenerà la polemica.
Cosa dice Lena Dunham di Too Much, la sua nuova serie, che esce domani E, soprattutto, 13 anni dopo Girls. In un lungo profilo su Variety, Dunham ha raccontato cosa ha fatto in questi anni e quanto di lei c'è in questa serie.
Dalle prime recensioni, il nuovo Superman sembra più bello del previsto Dopo le prime stroncature pubblicate per sbaglio, arrivano diversi pareri favorevoli. Su una cosa tutti sembrano d’accordo: David Corenswet è un ottimo Clark Kent. 
Per combattere i deep fake, la Danimarca garantirà ai suoi cittadini il copyright delle loro facce Il governo sta cambiando la legge sul diritto d’autore per proteggere impedire i "furti" di volti, corpi e voci.
I fan di Squid Game hanno odiato il finale della serie e quindi si stanno facendo i loro finali usando l’AI Sui social c'è già chi propone lo Squid Game dei finali di Squid Game, il vincitore diventa quello ufficiale.

Un giornale che scoppia di salute da 150 anni

08 Febbraio 2013

No, non è il Financial Times, non è il New York Times, non è il Wall Street Journal e nemmeno il meno blasonato Daily Mail. Niente di tutto questo. Il settimanale (inglese) che ha appena compiuto un secolo e mezzo e gode di ottime finanze non lo troverete facilmente in edicola: è il Church Times, che proprio ieri (7 febbraio) ha spento le numerose candeline.

Fondato nel 1863 da George Josiah Palmer, il Church Times è il principale organo di stampa anglicana, pur non essendo strettamente dipendente dalla Chiesa. Nel dopoguerra ebbe anche la fortuna di avere come news editor Sir Edward Heath, futuro Primo Ministro inglese e leader dei Conservatori dal 1965 al 1975. La proprietà rimase familiare fino al 1989, quando il Times continuò a essere diretto dai Palmer; ora è controllato da Hymns Ancient And Modern.

Nonostante il “crollo” della fede di moltissimi sudditi di Sua Maestà (soltanto il 59 per cento, oggi, si dichiara cristiano, contro il 72 per cento del 2000) il Church Times resiste ancora oggi con conti sanissimi e 10 redattori, cifra che non è mai scesa negli scorsi 18 anni, e una vendita media mensile superiore alle 20.000 copie.

Il segreto? Nessuna raccomandazione divina, ma ciò che fa girare l’editoria di tutto il mondo: la pubblicità. E un pizzico di qualità e di fiuto, dal momento che se ultimamente le vendite sono cresciute, ha dichiarato l’attuale direttore Paul Handley, lo si deve a lunghi articoli sui temi del matrimonio misto e del sacerdozio femminile.

(via)

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