L'attrice sgridò sia lui che il suo avvocato e lo costrinse a riprendere il controllo delle sue finanze, dandogli dell'idiota.
Woody Allen ha raccontato il suo primo incontro con Diane Keaton in un lungo e bellissimo omaggio all’attrice
Su The Free Press, Allen ha ricordato la prima volta che la vide, nel 1969, durante le prove di Provaci ancora, Sam.

«Per la prima settimana di prove non ci siamo mai scambiati una parola. Lei era timida, io ero timido, e con due persone timide le cose possono diventare piuttosto noiose. Alla fine, per caso, ci siamo presi una pausa nello stesso momento e ci siamo ritrovati a condividere un boccone veloce in un locale dell’Ottava Avenue. Quello è stato il nostro primo contatto personale. Lei era così affascinante, così bella, così magica, che ho messo in dubbio la mia sanità mentale. Ho pensato: è possibile innamorarsi così in fretta?». A due giorni dalla morte, Woody Allen ha voluto ricordare Diane Keaton con un lungo testo scritto su The Free Press, molto toccante, in cui ricorda il primo incontro con l’attrice, regista e produttrice, all’inizio degli anni ’70. Appena trasferitasi da Osage County a Manhattan per inseguire una carriera recitativa, la giovane Keaton faceva la guardarobiera in un locale e aveva appena ottenuto un ruolo nel musical Hair, in cui poi avrebbe strappato la parte da protagonista.
Allen stava cercando un’attrice per il cast di Provaci ancora, Sam. A lui e David Merrick venne segnalata questa giovane interprete versata nel canto e nella recitazione appena arrivata in città. Al provino Diane conquistò entrambi. «Un piccolo inconveniente era che sembrava più alta di me, e non volevamo che questo si riflettesse nelle battute», racconta Allen. «Come due scolaretti, ci mettemmo schiena contro schiena sul palco e prendemmo le misure. Fortunatamente eravamo alti uguali, e Merrick la assunse». Il regista di Manhattan sintetizza così la sua prima impressione di Keaton: «Se Huckleberry Finn fosse stato una stupenda giovane donna, sarebbe stato identico a Keaton».
Il legame fortissimo tra regista e attrice non si è mai raffreddato; né quando i due si sono lasciati dopo una breve relazione né quando lei ha smesso di essere la protagonista dei suoi film dopo trionfi di critica come Manhattan e Io e Annie, con cui Keaton vinse l’Oscar come Migliore attrice. Allen ha spiegato di non aver dato mai troppo peso alle recensioni della stampa: l’unico giudizio che contava era quello di Keaton, a cui mostrava ogni suo film e che condivideva con lui l’aspirazione di dirigere un capolavoro. Allen ha anche rivelato che i due scherzando spesso si dicevano che sarebbero finiti come i protagonisti di Viale del tramonto, con lui che avrebbe abbandonato la regia per farle da autista. Ha concluso così: «Qualche giorno fa il mondo era un posto in cui c’era Diane Keaton. Ora è un posto senza di lei. Un mondo terribile, anche se abbiamo ancora i suoi film. E anche se la sua risata riecheggia ancora nella mia testa».

Tra intimità, memoria e attivismo: negli spazi di Pirelli HangarBicocca di Milano il più grande corpus di slideshow mai riunito dall’artista invita a ripensare il legame tra immagine e vita, prima che sia troppo tardi.