Come se la storia non fosse già abbastanza strana, sulle coste spagnole, loro e la cocaina, ci sono arrivati a bordo di un sottomarino.
A vent’anni di distanza, la polizia è tornata a indagare sulla morte di Hunter S. Thompson
La vedova Anita ha chiesto di far esaminare i verbali a una parte terza, per chiarire definitivamente le circostanze del suicidio del marito.

A vent’anni dalla sua morte, il Colorado Bureau of Investigation ha annunciato di voler riaprire l’indagine sulla morte di Hunter S. Thompson. Nei documenti dell’epoca, si legge che il giornalista e scrittore fu trovato il 20 febbraio del 2005 nella cucina della sua casa di Woody Creek, alle porte di Aspen, colpito da un proiettile calibro .45. I verbali parlavano di una «presunta ferita da arma da fuoco autoinflitta alla testa».
Le circostanze della morte non furono mai davvero messe in discussione, eppure la vedova Anita Thompson e l’ufficio dello sceriffo della Contea di Pitkin hanno chiesto che un team indipendente adesso torni a indagare sul caso. L’intento è quello di consegnare, a vent’anni di distanza, una verità chiara. Come riporta il Colorado Sun, alla base dei sospetti c’è soprattutto un’assenza: all’epoca il medico legale non ordinò alcun esame tossicologico, lasciando irrisolta la questione di eventuali tracce di alcol o droghe. In quella casa di Woody Creek, il giorno della morte, era presente soltanto il figlio di 6 anni di Thompson. Il motivo per il quale Anita Thompson ha chiesto alle autorità di tornare sul caso non è stato ancora rivelato, ma nel comunicato stampa dell’ufficio dello sceriffo si legge che la richiesta della donna è stata accolta «nonostante non ci siano indizi che facciano pensare a un crimine».
«Sappiamo bene che Hunter S. Thompson ha avuto un impatto profondissimo su questa comunità e oltre. Coinvolgendo una terza parte nell’indagine […] speriamo di giungere a una conclusione definitiva e chiara, una che possa restituire serenità alla sua famiglia e ai cittadini», ha dichiarato lo sceriffo della Contea di Pitkin Michael Buglione.