La linea tricolore era un simbolo storico: la sindaca ha difeso la scelta parlando di esigenze di sicurezza stradale.
Il Washington Post ha pubblicato una lista dei nomi dei minori uccisi a Gaza
Il lungo elenco occupa due intere pagine della testata ma copre meno del 20% della lista di morti accertate

Nell’edizione cartacea del Washington Post di ieri è apparsa un’iniziativa editoriale che non lascia indifferenti: due intere pagine del quotidiano sono state riempite da un lunghissimo elenco di nomi, riportati sia in arabo sia in inglese. Sono quelli dei minori che hanno perso la vita a Gaza. L’iniziativa ha un parallelo online, ma a impressionare davvero è il colpo d’occhio fornito dalla lunghissima lista stampata a caratteri minuscoli che copre ogni spazio disponibile ricavato dalla grafica del quotidiano.
Elenco che, come spiega la corrispondente Louisa Loveluck sul suo account X, è lontano dall’essere esaustivo. Il quotidiano statunitense tradizionalmente più vicino ai temi politici (avendo sede nella capitale amministrativa degli Stati Uniti) è riuscito a comprimere appena il 18% della lista completa di morti verificate. L’editorialista, responsabile del quotidiano della copertura del conflitto, stima che per pubblicare l’elenco completo di oltre diciottomila nomi sarebbero servite altre cinque pagine. Senza contare che questo elenco, in cui compaiono solo le morti accertate e verificate da fonti attendibili, probabilmente è una stima per difetto del reale numero di bambini e adolescenti che hanno perso la vita in questi mesi a Gaza.
In the @washingtonpost today, we have published every one of the 18,500 known names of children killed by Israel’s military operations in Gaza. pic.twitter.com/O6bbLRCAG3
— Louisa Loveluck (@leloveluck) July 30, 2025
Il lungo elenco inoltre fornisce alcuni approfondimenti dedicati a un piccolo campione di vittime che variano enormemente per età e causa della morte, anche se ovviamente correlata al conflitto, raccontandone le storie. Ci sono neonati e infanti morti per mancanza di assistenza medica a poche ore dal parto, adolescenti e bambini vittime delle bombe e dei conseguenti crolli di palazzi e case, ma non mancano i morti per fame.
È stato inoltre pubblicato un altro grafico sulla testata e su X, che suddivide i nomi della lista per età: si può notare come la ripartizione sia piuttosto omogenea e riguardi tanto adolescenti quanto infanti che non sono riusciti nemmeno a compiere il primo anno d’età.

La chiusura del suo Late Night non ha quasi niente a che vedere con il palinsesto di una tv, ma è un evento che ci racconta l'effetto che la presidenza Trump sta avendo sul giornalismo americano.