Intervista al regista Joshua Oppenheimer, autore di uno dei film più strani ed "estetici" di quest'anno, la storia di una famiglia che canta, chiusa dentro un bunker in una miniera di sale, mentre il mondo finisce.
Ancora una volta, l’attore Stellan Skarsgård ha voluto ricordare il fatto che Ingmar Bergman era un ammiratore di Hitler
«È l’unica persona che conosco ad aver pianto quando è morto Hitler», ha detto. Non è la prima volta che Skarsgård racconta questo lato del regista.

«Bergman era manipolatore. Durante la guerra era un nazista ed è l’unica persona che conosco ad aver pianto quando è morto Hitler. […] Lo si percepiva, quando manipolava gli altri. Non era una brava persona». A parlare così del cineasta è stato l’attore svedese Stellan Skarsgård, già impegnato nella promozione di Sentimental Value, film per cui ha concrete possibilità di una nomination agli Oscar. Durante un incontro pubblico al Karlovy Film Festival, in Repubblica Ceca, Skarsgård è tornato sui suoi tormentati rapporti con Bergman, spiegando perché ancor oggi lo detesti.
Skarsgård, attore di lungo corso e padre di una dinastia di attori (i figli Alexander, Gustaf, Bill e Valter Skarsgård sono tutti professionisti famosi e apprezzati) non è mai stato tenero nei confronti del regista, con cui ha lavorato a teatro negli anni ’80. Non è la prima volta che racconta di quanto quello che è considerato un gigante del cinema del Novecento fosse una persona a suo dire sgradevole, piena di pregiudizi, manipolatoria. A Skarsgård sembra non andare giù soprattutto come si glissi spesso sul passato politico del regista. Bergman infatti da adolescente fu un entusiasta ammiratore di Hitler, tanto da piangere alla notizia della sua morte. Il cineasta non ha mai fatto mistero di essere cresciuto in una famiglia ammiratrice del Führer e in cui si nutrivano pregiudizi antisemiti, ma ha sempre sostenuto che quest’ammirazione sia morta nel giorno in cui ha scoperto quanto era accaduto nei campi di concentramento.
Come riportato da Variety, Stellan Skarsgård ha tenuto a ribadire come spesso si riconoscano solo i meriti artistici del regista, dimenticando tutto il resto. Nonostante siano quasi passati vent’anni, l’attore è rimasto così segnato dall’incontro con Bergman da continuare spesso a raccontarne le ombre, tracciando un paragone curioso con un altro grande artista noto anche per non essere il migliore degli esseri umani: «Era un bravo regista, ma si può comunque dire che una persona è uno stronzo. Probabilmente anche Caravaggio era uno stronzo, ma ha fatto grandi dipinti».