Senza più nessuna dolcezza, solo un ineluttabile disagio: come si sopravvive alla monostagione che va da aprile a ottobre?
A causa del caldo (e dell’overtourism), in futuro ferie e chiusure aziendali potrebbero essere spostate in primavera
Sta già succedendo, in realtà: chi può parte quando le temperature sono ancora sopportabili, i luoghi meno affollati e i prezzi più accessibili.

A quanto pare, c’è un oggetto inamovibile contro il quale neanche la forza inarrestabile del turismo può nulla: la crisi climatica. Come si legge in un’inchiesta della Bbc, al cambiamento climatico inizia a corrispondere un cambiamento delle abitudini vacanziere. I dati della Bbc riguardano soprattutto i cittadini inglesi, tedeschi e dei Paesi del Nord Europa, ma la crisi climatica è un fenomeno globale e quindi è facile dedurre che quel che vale per loro vale anche per tutti gli altri cittadini del mondo, in particolare quelli occidentali.
Storicamente, una delle mete turistiche preferite da inglesi, tedeschi e nord europei è la Grecia. Almeno, è stato così fino a oggi. Ma negli ultimi anni sono sempre di più i turisti che si chiedono che senso abbia partire a luglio o ad agosto, per passare giorni a sopportare il peggior caldo dell’anno, cercando di sopravvivere a quella forma di sovraffollamento che abbiamo ribattezzato overtourism (senza considerare che l’estate è ormai la stagione degli incendi, in Grecia soprattutto ma nell’Europa mediterranea in generale). Gli stessi discorsi che si fanno per la Grecia si iniziano a fare anche per l’Italia e per la Spagna, tanto che si registra già un – 8 per cento di persone che dichiarano di volere passare la prossima estate in un Paese Mediterraneo.
Il risultato? Chi può, sposta le ferie. Non più in estate ma in primavera, quando le temperature sono più sopportabile e i luoghi meno affollati. Come si legge nell’articolo della Bbc, nel 2024 in Grecia si è già assistito a un aumento del 20 per cento, rispetto a un anno prima, del turismo primaverile. Lo stesso fenomeno si sta verificando in Spagna, dove sempre più turisti anticipano la vacanza addirittura a gennaio o febbraio: +20 per cento di presenze rispetto al 2019. E chi le ferie non può spostarle/anticiparle, perché lavora in un’azienda che impone, come spesso capita in Italia, la chiusura nelle due settimane centrali di agosto? Tocca rassegnarsi e, al massimo, starsene a casa (sapevate che le vacanze a casa hanno un nome, adesso? Si chiamano staycation, stay unito a vacation) andarsene al fresco: è da un pezzo che si dice che Norvegia, Islanda e Finlandia sono le nuove Italia, Grecia e Spagna, d’altronde.

È una parola vecchia che però sta tornando attuale per descrivere la straniante sensazione che tutti proviamo ormai da un pezzo: quella di dover continuare a funzionare come individui mentre il sistema attorno a noi crolla, tra guerre e crisi economiche.