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21:33 martedì 9 settembre 2025
La vita e la carriera del giovane Gigi D’Alessio diventeranno un film Il biopic si intitolerà Solo se canti tu e a interpretare D'Alessio sarà Matteo Paolillo, meglio noto come Edoardo Conte di Mare fuori.
1300 registi, attori, sceneggiatori e lavoratori del cinema hanno firmato un appello per boicottare l’industria cinematografica israeliana Tra questi anche Yorgos Lanthimos, Olivia Colman, Tilda Swinton, Javier Bardem, Ayo Edebiri, Riz Ahmed e Josh O’Connor.
Il tentativo del governo nepalese di vietare i social è finito con 19 morti e le dimissioni del Presidente del Consiglio In 48 ore il Paese è piombato nel caos, il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a chiedere pure scusa.
Una giornalista italiana ha scatenato un putiferio per non aver coinvolto Ayo Edebiri in una domanda su MeToo e Black Lives Matter Argomenti sui quali ha preferito interpellare Julia Roberts e Andrew Garfield, gli altri due protagonisti di questa intervista a tre fatta durante la Mostra del cinema di Venezia.
È morto Stefano Benni, inventore del Bar Sport, amico di Daniel Pennac, “performer” con Nick Cave e tante altre cose Romanziere, giornalista, drammaturgo: in ogni sua veste Benni ha saputo raccontare l’italianità, una battuta alla volta.  
A Varsavia hanno aperto una biblioteca in metropolitana per convincere i pendolari a staccarsi dal telefono e leggere invece un libro Si chiama Metroteka e mette a disposizione dei pendolari 16 mila titoli e un sistema di prelievo e restituzione funzionante 24 ore su 24.
Dopo la beatificazione, su Reddit ci si chiede se la PlayStation di Carlo Acutis possa essere considerata una reliquia Domanda alla quale è difficile rispondere, perché ne esistono di diversi tipi e tutte devono essere autenticate dalla Chiesa.
Dopo anni di tentativi falliti, finalmente Call of Duty diventerà un film Grazie a un accordo tra Paramount e Activision, una delle più importanti saghe videoludiche di sempre arriverà sul grande schermo.

Il Pritzker Prize 2025 l’ha vinto l’architetto cinese Liu Jiakun

04 Marzo 2025

Il Nobel dell’architettura, come spesso viene definito il Pritzker Prize, quest’anno l’ha vinto l’architetto cinese Liu Jiakun. «Perché i suoi edifici sono celebrazioni della vita di tutti i giorni», così la giuria del Pritzker Prize, presieduta dal cileno Alejandro Aravena, ha celebrato la vittoria di Liu: in quarant’anni di carriera «ha sempre messo al centro del suo lavoro le persone e le comunità», ha spiegato Aravena. Liu è il terzo architetto cinese a vincere il premio: prima di lui ci sono stati Ieoh Ming Pei e Wang Shu.

West Village (dal profilo Instagram dello studio di Liu Jiakun)

Nato a Chengdu nel 1956, Liu ha studiato architettura all’ Università di Chongqing, si è laureato nel 1982 e ha iniziato a lavorare presso il Chengdu Architectural Design and Research Institute, uno studio di architettura di proprietà statale. Nel 1999 si è messo in proprio, fondando lo studio Jiakun Architects, con il quale ha costruito più di 30 edifici nella sua città natale. La maggior parte dei suoi edifici sono luoghi aperti al pubblico in zona metropolitane densamente popolate. Tra i più noti e apprezzati ci sono il Luyeyuan Stone Sculpture Art Museum, il Museum of Cultural Revolution Clocks e il West Village, inaugurati rispettivamente nel 2002, 2007 e 2015. Il suo studio ha poi lavorato anche sul Design Department for Sichuan Fine Arts Institute (nel 2004 e nel 2006), sull’Hu Huishan Memorial (2009) e sul Suzhou Museum of Imperial Kiln Brick (2016).

Il Luyeyuan Stone Sculpture Art Museum, disegnato da Liu Jiakun nel 2001 (dal profilo Instagram dello studio di Liu Jiakun)

«In un mondo in cui l’architettura sta faticando a trovare risposte adeguate alle sfide di una società e di un ambiente che cambiano velocissimamente, Liu Jiakun quelle risposte le ha trovate, sono risposte convincenti che celebrano la vita di tutti i giorni, lo spirito di comunità e l’identità spirituale. Attraverso un corpus di lavori di profondissima coerenza di eccellente qualità, Liu immagina e costruisce nuovi mondi, liberi da ogni costrizione estetica e stilistica. Allo stile ha preferito la strategia, nel suo lavoro non ricorre mai a un metodo prestabilito ma per ogni progetto valuta le caratteristiche e le circostanze specifiche», queste le motivazioni del premio, annunciate dalla commissione del Pritzker Prize.

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E vinsero tutti felici e contenti

Date le tantissime tensioni che hanno caratterizzato questa edizione della Mostra ci si aspettava un finale molto più polemico. La giuria presieduta da Alexander Payne, invece, è riuscita nel mezzo miracolo di tenere contenti tutti. O quasi.