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15:38 lunedì 15 settembre 2025
L’ultima tappa della Vuelta di Spagna è stata annullata perché 100 mila manifestanti pro Palestina hanno invaso le strade A causa delle proteste non c'è stata nessuna cerimonia di premiazione, niente passerella finale e né festeggiamenti ufficiali.
Javier Bardem si è presentato con la kefiah al collo sul red carpet degli Emmy L’attore spagnolo ha chiesto la fine del blocco agli aiuti umanitari, guidando una folta schiera di star che hanno parlato della Palestina agli Emmy.
Non se lo aspettava nessuno ma quest’anno agli Emmy è andato tutto per il verso giusto Adolescence, The Pitt, Hacks, The Studio, Severance: tutte le serie più amate e discusse dell'anno hanno vinto.
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.

C’è una crisi dello champagne ed è colpa della geopolitica

24 Luglio 2024

Forse intorno a voi vedete enoteche indipendenti che spuntano come funghi dopo una pioggia autunnale, ma non è indice dello stato di salute del mercato globale del vino. Il quale, per inciso, sta malissimo. Chiaramente non parliamo dei produttori artigianali dello Jura o del Carso che ci piace tanto degustare, ma di un’industria enorme, fatta di aziende da centinaia di migliaia di bottiglie prodotte ogni anno, e soprattutto globale. C’è un segmento del vino che sta male in particolare, perché legato a questioni anche politiche, e non solo degustative: parliamo dello champagne.

C’è un grosso problema di overstock, ovvero di scorte che non riescono a essere vendute. La domanda è calata del 15 per cento nei primi 6 mesi del 2024, ha detto il Comité Champagne, attestandosi su un venduto totale di circa 107 milioni di bottiglie. Al mondo non piace più la bollicina più pregiata? Non è proprio così, e non dobbiamo essere così eurocentrici per spiegarlo: c’entrano molto le “trade war” tra Unione Europea e Cina, iniziate con i veicoli a motore elettrico, ed evidentemente arrivate al vino. La Cina ha imposto sempre più sanzioni sui beni di lusso importati dall’Europa, e tra questi, oltre a borsette e orologi, c’è proprio lo champagne.

Per evitare quindi un problema di stoccaggio (e conservazione) che potrebbe peggiorare sempre di più in futuro, il Comité ha deciso che la prossima vendemmia (a cui mancano solo poche settimane) sarà più magra del solito: il livello massimo di resa per l’uva raccolta è stata quindi fissata a 10 mila chilogrammi per ettaro, contro gli 11.400 del 2023. Si punta quindi a imbottigliare meno, concretamente: circa 285 milioni di bottiglie, contro i 300 milioni che erano state prodotte nel 2023. Quando parliamo di resa, parliamo di ciò che è commercializzabile: è possibile, però, che i produttori si trovino più vino di quei 10 mila kg/ha. Che fare, quindi? Una soluzione è conservarla per tramutarla in riserva, da usare in futuro in caso di annate particolarmente negative. È infatti comune, nella produzione di champagne, utilizzare diversi “vintage” dagli anni precedenti.

Scenario comunque da considerare, perché se da un lato si vende e si esporta sempre meno, dall’altro il clima sta rendendo sempre più difficile la coltivazione e la raccolta. Il limite di 10.000 chilogrammi per ettaro serve allora anche a tenere alta la qualità del vino: gli eventi idrici sempre più estremi espongono le piante a sofferenze particolari, oscillanti tra muffe e gelate e siccità. Si parla spesso di quanto si sposteranno le regioni del vino, in seguito al cambiamento climatico indotto dall’azione umana: per ora non sensibilmente e non in massa, ma ricordiamoci, da oggi, di tenere in conto anche i problemi geopolitici, per goderci meglio il privilegio di quelle note agrumate al naso.

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