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16:52 giovedì 1 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

In Germania un uomo è stato licenziato per aver appeso un suo quadro nel museo in cui lavorava

15 Aprile 2024

Pare fosse il suo sogno, vedere un suo dipinto esposto in un famoso museo. Un sogno che inseguiva da decenni, la ragione per la quale si presentava a tutti come artista freelance: il suo lavoro alla Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera, in Germania, era soltanto il lavoro che era costretto a fare per pagare affitto, bollette e spese varie in attesa di affermarsi finalmente come artista. Arrivato però all’età di 51 anni e non avendo minimamente accorciato la distanza che lo separava dal successo, ha deciso di approfittare della sua posizione di dipendente della Pinakothek, di usarla come scorciatoia verso la realizzazione del suo sogno. E quindi ha deciso, ovviamente senza chiedere niente a nessuno, di appendere una delle sue opere alle pareti della pinacoteca. La gloria è durata meno di una giornata, però: il tempo necessario agli addetti alla sicurezza di accorgersi che quel quadro non doveva stare dove stava. Il sogno però è comunque da considerarsi realizzato, e ci mancherebbe pure altro: l’uomo ci ha rimesso il posto di lavoro, almeno la soddisfazione di dire di aver avuto una sua opera esposta alla Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera chi ha il cuore di togliergliela.

L’uomo protagonista di questa storia non ha un nome, per ovvi motivi di riservatezza. Come raccontano e Chris Stern su Cnn, di lui sappiamo soltanto che prima di realizzare il suo sogno era uno dei tecnici della pinacoteca specializzati nell’allestimento delle mostre. Lo scorso 26 febbraio ha deciso di appendere uno dei suoi quadri – un oggetto anche di una certa dimensione: un metro per un metro circa – nella sala della Sammlung Moderne Kunst, la collezione di arte moderna della pinacoteca. Aveva pensato a tutto, l’uomo con un sogno: aveva aspettato che il pubblico andasse via e che i colleghi tornassero a casa, era rimasto da solo, con la scusa di dare un’ultima occhiata alle sale per assicurarsi che fosse tutto al suo posto. Certo di non essere osservato da nessuno, ha poi inchiodato – letteralmente: ha usato due chiodi e un martello – il suo quadro alla parete. È stata proprio questa decisione a metterlo davvero nei guai: adesso è accusato di danneggiamento, un reato per il quale il codice penale tedesco prevede una pena fino a due anni di detenzione. Si fosse limitato semplicemente ad appoggiare l’opera alla parete, forse le conseguenze sarebbero state meno gravi. Ma probabilmente, una simile sciatteria sarebbe stata inaccettabile per lui, offensiva sia per l’artista freelance che per l’allestitore.

E forse è anche per questo che alla fine ha deciso di confessare il crimine commesso. Forse il senso di colpa, la consapevolezza di aver danneggiato un’istituzione museale, si è fatta subito insopportabile sia per l’artista freelance che per l’allestitore di mostre. E quindi l’uomo ha scritto una mail all’amministrazione del museo per costituirsi, magari sperando anche di avere così la possibilità di ravvedersi, di riparare al danno – la polizia di Monaco ha stimato che spendendo cento euro in riparazioni la parete danneggiata tornerà come nuova – e ricominciare così la sua vita per come l’aveva lasciata prima di realizzare il suo sogno. Non è andata così: l’uomo il suo sogno lo ha realizzato, e i suoi ex datori di lavoro questa cosa ci hanno tenuto a sottolinearla. Licenziandolo e denunciandolo.

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