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La vita e la carriera del giovane Gigi D’Alessio diventeranno un film Il biopic si intitolerà Solo se canti tu e a interpretare D'Alessio sarà Matteo Paolillo, meglio noto come Edoardo Conte di Mare fuori.
1300 registi, attori, sceneggiatori e lavoratori del cinema hanno firmato un appello per boicottare l’industria cinematografica israeliana Tra questi anche Yorgos Lanthimos, Olivia Colman, Tilda Swinton, Javier Bardem, Ayo Edebiri, Riz Ahmed e Josh O’Connor.
Il tentativo del governo nepalese di vietare i social è finito con 19 morti, le dimissioni del Presidente del Consiglio e il Parlamento in fiamme In 48 ore il Paese è piombato nel caos, il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a chiedere pure scusa.
Una giornalista italiana ha scatenato un putiferio per non aver coinvolto Ayo Edebiri in una domanda su MeToo e Black Lives Matter Argomenti sui quali ha preferito interpellare Julia Roberts e Andrew Garfield, gli altri due protagonisti di questa intervista a tre fatta durante la Mostra del cinema di Venezia.
È morto Stefano Benni, inventore del Bar Sport, amico di Daniel Pennac, “performer” con Nick Cave e tante altre cose Romanziere, giornalista, drammaturgo: in ogni sua veste Benni ha saputo raccontare l’italianità, una battuta alla volta.  
A Varsavia hanno aperto una biblioteca in metropolitana per convincere i pendolari a staccarsi dal telefono e leggere invece un libro Si chiama Metroteka e mette a disposizione dei pendolari 16 mila titoli e un sistema di prelievo e restituzione funzionante 24 ore su 24.
Dopo la beatificazione, su Reddit ci si chiede se la PlayStation di Carlo Acutis possa essere considerata una reliquia Domanda alla quale è difficile rispondere, perché ne esistono di diversi tipi e tutte devono essere autenticate dalla Chiesa.

Una ricerca dimostra che i videogiochi hanno un problema con le persone Lgbtq+

14 Febbraio 2024

La Gay & Lesbian Alliance Against Defamation (GLAAD) ha realizzato un sondaggio per capire quante siano le persone Lgbtq+ che giocano abitualmente ai videogiochi e come queste siano rappresentate nell’industria e nei prodotti dell’industria videoludica. Stando al GLAAD, dunque, il 17 per cento dei gamer sono omosessuali, lesbiche, bisessuali, transessuali o queer. E fin qui, niente di nuovo: che circa un quinto dei videogiocatori appartengano alla comunità Lgbtq+ è cosa nota ormai da tempo. L’altra cosa notada altrettanto tempo è che questa percentuale non trova nessuna corrispondenza nei videogiochi: soltanto il 2 per cento dei titoli console, infatti, ha nel suo cast almeno un personaggio Lgbtq+.

«Il numero di videogiocatori abituali appartenenti alla comunità Lgbtq+ è cresciuto del 10 rispetto al sondaggio Nielsen’s Games360 fatto nel 2020. […] I dati dimostrano che per questi gamer la questione dell’inclusività ha un’importanza che va oltre il videogioco in sé e per sé. Circa il 70 per cento di loro ha detto che è più difficile che acquistino un titolo prodotto da uno studio che discrimini i lavoratori Lgbtq+». Secondo il sondaggio GLAAD, il 72 per cento dei gamer intervistati ha detto di che la presenza di personaggi Lgbtq+ in un videogioco «li fa sentire meglio», più accettati e compresi. Una percentuale che sale al 78 per cento nella fascia demografica che va dai 13 ai 17 anni.

La questione dell’inclusività e della rappresentatività dei videogiochi è antica, ormai. Che la comunità gamer abbia diversi problemi ad accettare personaggi (e persone) appartenenti a minoranze è un fatto tristemente noto: non è un caso che a dieci anni di distanza dall’inizio del Gamergate, ancora si pubblichino articoli per spiegare che no, passi avanti non se ne sono fatti poi tanti. E questo sondaggio GLAAD è solo un’altra conferma.

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