L'avvocata per i diritti umani Sari Bashi, israeliana di origine irachena, ci racconta il suo libro, che ripercorre la storia d’amore con il compagno, palestinese di Gaza, attraverso una raccolta di brani tratti dai diari di entrambi.
The Bear è una comedy?
Impegnato in una fortunatissima award season, il pluripremiato cast di The Bear deve dedicarsi, tra un red carpet e l’altro, anche all’auto-coscienza. Prima ai Golden Globe, poi ai Critics’ Choice Awards e infine agli Emmy, The Bear è stata candidata – e premiata – nella categoria “comedy”. Questa categorizzazione sembra non convincere il pubblico, tanto che diverse persone hanno chiesto via social ai membri del cast di esprimersi a riguardo. Come riporta AV Club, durante la rassegna stampa che ha seguito la cerimonia degli Emmy, la domanda è stata posta a Jeremy Allen White e Ayo Edebiri, entrambi freschi di vittoria come migliori attori protagonisti in una comedy, i quali hanno risposto con convinzione che sì, The Bear fa ridere le persone ed è quindi una commedia.
In realtà distinguere tra commedia e dramma sembra non essere così semplice, a partire dalla stessa organizzazione che si occupa delle candidature. Fino al 2021, gli Emmy proponevano come metodo di categorizzazione la durata degli episodi: trenta minuti per le commedie e almeno quaranta per le serie drammatiche. Questo parametro sembrava non funzionare troppo bene, e gli Emmy hanno deciso di lasciare ai produttori la responsabilità di definire i propri prodotti con la forse lapalissiana linea guida che “il contenuto è primariamente comico per le serie commedia e primariamente drammatico per le serie drammatiche”. Tuttavia, come sottolinea Ebon Moss-Bachrach, l’attore che nella serie interpreta Richie, le linee che separano una comedy da un drama sono sempre più sottili: «Tra Succession, Beef e la nostra serie, mi sembra che quest’idea di comedy e drama sia un po’ obsoleta. Il nostro semplice obiettivo è di riflettere la confusione dell’essere umano, che è qualcosa di profondamente divertente e per cui tutti soffriamo».

Come si costruisce un ecosistema editoriale che sfida le convenzioni e racconta la contemporaneità? Ne parlano Valentina Ardia, editor in chief, e Cristiano de Majo, direttore esecutivo, domenica 14 settembre, ore 12.

Nei suoi libri si oppone a quell'idea di letteratura giapponese “stramba e misteriosa” che tanto successo ha riscosso negli anni. Di questo e di povertà, di stranezze, di suo marito e di litigi con Murakami Haruki abbiamo parlato con lei, durante il Festivaletteratura di Mantova.