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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

L’intervista a Hugh Grant è forse il momento più imbarazzante degli Oscar

13 Marzo 2023

Si potrebbe fare un test: dimmi come reagisci all’intervista di Hugh Grant e ti dirò chi sei. Chi non l’ha vista in diretta (la maggior parte delle persone: se volete recuperare tutto quello che è successo agli Oscar lo trovate qui) la incontrerà, prima o poi, sui social: è un’intervista condotta da Ashley Graham su un rumorosissimo red carpet all’attore di 62 anni, invitato alla cerimonia per il suo piccolo ruolo in Glass Onionin gara per la miglior sceneggiatura. Nelle ultime ore il breve scambio di poco più di un minuto è diventato virale a causa dell’atteggiamento scazzatissimo di Hugh Grant, un comportamento che ha acceso il dibattito tra chi difende il suo diritto a essere a disagio di fronte a una raffica di domande abbastanza idiote e chi invece lo accusa di essere stato molto maleducato.

Chi nei commenti ha definito Grant un gran cafone ha scritto cose come: «Se non volevi essere intervistato non dovevi prendere il microfono» sottolineando giustamente la professionalità di Graham, che non lascia trasparire alcuna traccia di disperazione di fronte alle esasperanti risposte dell’attore e continua a sorridere e bombardarlo di domandine come se nulla fosse. Non si scompone nemmeno quando gli chiede di chi sia il suo completo e lui risponde: «È un mio completo». «Sì, ma qualcuno l’avrà cucito, non è che te lo sei fatto da solo», risponde lei. «Sì, il mio sarto, ma non mi ricordo come si chiama», risponde lui.

Questo scambio surreale avviene poco dopo che Grant si guarda intorno perplesso definendo il baraccone degli Oscar «la fiera delle vanità» e poco prima che l’intervista si concluda con un altro sguardo imbarazzato, quando lei gli dice «grazie, è stato bello parlarti» e lui fa una faccia come per dire «sì certo, proprio bellissimo». Ovviamente c’è anche chi sta dalla parte di Grant e ha subito solidarizzato col suo disagio. Questa fazione è composta dagli introversi ma anche dai cinefili che si sono molto annoiati guardando quest’edizione degli Oscar, e sono riconoscenti nei confronti dell’attore di 62 anni per quello che è stato l’unico momento divertente della serata (assieme a quello in cui Jimmy Kimmel ha chiesto alla Premio Nobel per la pace Malala Yousafzai la sua opinione sul – mai confermato – sputo di Harry Style a Chris Pine durante la premiere di Don’t Worry Darling alla Mostra di Venezia: «Parlo solo di pace», la risposta di Yousafzai).

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Murata Sayaka è la scrittrice di chi si sente a disagio sempre e dovunque

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