Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.
Björk ha fatto un podcast che consiste in analisi dettagliate dei dischi di Björk
Nelle scorse settimane Björk ha annunciato che in autunno arriverà un suo nuovo album, intitolato Fossora, che a suo dire «conterrà parti uguali di clarinetto basso e di violente esplosioni di gabber». Sarà il decimo album in studio di Björk, l’ultimo di una serie cominciata nel 1993 con il disco di debutto intitolato, appunto, Debut. In vista dell’uscita di Fossora, l’artista islandese ha pensato a tutti i fan di vecchia data che hanno bisogno di un ripasso generale della sua opere e a tutti i nuovi seguaci che non vedono l’ora di essere introdotti alla sua musica: per venire incontro agli uni e agli altri ha lanciato un podcast, Sonic Symbolism, in cui ogni episodio è dedicato a un’analisi dettagliata e approfondita di uno dei nove dischi di Björk fin qui pubblicati.
«Strutture, tonalità e paesaggi emotivi», questi gli oggetti dell’attenzione di Björk, che nei vari approfondimenti sarà accompagnata e aiutata da amici come il filosofo e scrittore Oddný Eir e il musicologo Ásmundur Jónsson. «Quando mi chiedono quali siano le differenza tra la musica contenuta nei miei album, la cosa che mi viene più facili è descrivere queste differenze usando delle scorciatoie visive. È più o meno per questo che le copertine dei miei dischi sono quasi sempre dei tarocchi artigianali. L’immagine ritratta potrebbe sembrare semplicemente un’immagine, ma per me è la descrizione del sound del disco. Forse lo si potrebbe definire simbolismo sonore?», ha detto l’artista in delle dichiarazioni riprese da Dazed.
I primi tre episodi di Sonic Symbolism – dedicati a Debut, Post e Homogenic – saranno disponibili sulle piattaforme streaming a partire dall’1 settembre, mentre le puntate successive arriveranno a cadenza settimanale fino alla metà di ottobre. Se volete ascoltarne il trailer, lo trovate qui.

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.