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07:35 giovedì 21 agosto 2025
I Paesi africani chiedono (per l’ennesima volta) di cambiare la mappa del mondo perché in quella attuale l’Africa è troppo piccola Le 55 nazioni dell'Unione africana vogliono cestinare la mappa di Mercatore, vecchia di secoli, e sostituirla con una più moderna e realistica.
Uno dei tormentoni dell’estate giapponese è un canzone generata con l’AI e basata su un meme “Yaju & U” è la prima canzone interamente, esplicitamente fatta con l'AI a raggiungere un tale successo. Facile prevedere che non sarà l'ultima.
In Repubblica Ceca una politica si è ritirata dalle elezioni perché accusata di aver assoldato un sicario per uccidere un cane Margita Balaštíková, però, nega tutto: non ha mai voluto uccidere il cane, solo rovinare la vita al padrone, il suo ex marito.
Il prossimo film di Danny Boyle sarà un biopic su Rupert Murdoch Si intitolerà Ink e, stando alle indiscrezioni, a interpretare Murdoch sarà Guy Pearce.
Se gruppi Facebook come “Mia Moglie”, in cui uomini pubblicano foto delle compagne senza il loro consenso, rimangono aperti è anche per colpa dell’AI Se ne sta parlando moltissimo dopo la denuncia della scrittrice Carolina Capria: il gruppo, a cui erano iscritti 32 mila uomini, è rimasto aperto e pubblico per 6 anni, sfuggendo a ogni moderazione.
In Lituana gli studenti delle elementari e delle medie impareranno a pilotare droni per essere pronti in caso di invasione russa Agli studenti verrà insegnato a costruire e pilotare droni per aumentare il potenziale difensivo in vista di un potenziale attacco russo.
Tarantino ha detto di aver cancellato The Movie Critic quando si è accorto che il critico cinematografico è il mestiere più noioso del mondo «Nessuno vuole vedere un film su un critico cinematografico», ha spiegato, ospite del podcast The Church of Tarantino.
Associated Press non pubblicherà più recensioni letterarie perché a leggerle sono rimasti in pochissimi E a organizzarle, programmarle, scriverle ed editarle ci vuole invece molto tempo e molta fatica, ha spiegato l'azienda.

Il Guardian ha iniziato una serie di obituary per gli animali estinti

06 Maggio 2022

Con il necrologio dedicato al po’ouli, un uccellino hawaiano, il Guardian ha inaugurato una serie tristissima: gli obituary delle specie animali che si sono estinte a memoria d’uomo, «pubblicati mentre il pianeta subisce la sua sesta estinzione di massa e basati sui documenti dell’Unione internazionale per la conservazione della natura». Raccontando la storia del minuscolo uccello chiamato così per via della sua testolina nera – in hawaiano po’ouli significa “testa nera” –  il Guardian riporta un proverbio hawaiano dal doppio significato che riassume bene lo spirito dell’iniziativa: “la pioggia segue la foresta”. La frase funziona sia come un suggerimento – per trovare l’acqua, bisogna cercare le foreste – ma anche come un avvertimento: se un elemento di un ecosistema viene distrutto, ne seguiranno sicuramente altri.

© Paul Baker / HAS Education File

Come tutti i po’ouli prima di lui, l’ultimo era cresciuto nella foresta pluviale di Hana a Maui, alle pendici del monte Haleakalā. La specie è stata scoperta nel 1973, quando gli uccellini erano già solo 200. Nel 1997 erano rimasti in cinque. Quell’anno l’ecologista Paul Baker ne catturò uno per la prima volta per fotografarlo e poi lo lasciò andare. Nel 2000 erano diventati tre. Sebbene vivessero a pochi chilometri l’uno dall’altro, è improbabile che si siano mai incontrati. «Forse per solitudine, forse per confusione», scrive il Guardian, tutti e tre passavano il tempo insieme a dei pappagalli Maui giallastri e dal becco uncinato, che avevano un richiamo simile al loro. I po’ouli erano una specie abbastanza silenziosa, poco canterina, che si nutriva di piccole lumache di terra, scarafaggi e larve di farfalle. Per colpa dei maiali domestici europei le lumache sono diventate sempre più difficili da trovare. Non solo: i maiali, i ratti, i gatti e le manguste che furono portati sull’isola decenni prima dall’uomo probabilmente cacciavano i po’ouli e le loro uova. Le specie invasive hanno causato un terzo delle estinzioni del mondo dal 1500: le sole Hawaii hanno perso due terzi delle specie di uccelli.

Nel 2002, dopo anni di dubbi e dibattiti, i ricercatori si decisero finalmente a catturare un esemplare femmina per liberarla nel territorio di quello che credevano fosse l’ultimo maschio rimasto. I due, però, non si incontrarono nemmeno. Nel 2004 ci riprovarono: per catturare l’ultimo po’ouli ci vollero sei persone, 18 mesi e 300.000 dollari. L’uccellino era lo stesso che aveva fotografato Paul Baker nel 1997. Leggere della fine dell’ultimo po’ouli è abbastanza toccante (parlando col Guardian, Baker ammette di aver pianto quando ha appreso la notizia): «L’ultimo po’ouli è morto in un nido insolito. Troppo debole per appollaiarsi, l’uccellino riposava in un piccolo asciugamano attorcigliato ad anello. Era l’ultimo della sua specie, l’ultimo di un intero gruppo di fringuelli, e non si trovava da nessuna parte sulla Terra al di fuori delle sue native Hawaii. Per settimane, mentre gli scienziati cercavano di trovargli un compagno, si ammalava sempre di più. L’unico po’ouli rimasto aveva solo un occhio. Solo nel suo asciugamano, solo in tutto il mondo, l’ha chiuso».

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